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DIETRO LA SCELTA DI MYUNG-WHUN CHUNG COME DIRETTORE MUSICALE AL POSTO DI RICCARDO CHAILLY (DAL 2027 E FINO AL 2030) C’È, COME DAGO DIXIT, LO ZAMPONE DELLA CGIL DELL’ORCHESTRA - IL CDA SUGGERIVA DANIELE GATTI A CUI VENIVA “RIMPROVERATO” DAI SINDACATI UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – LO STRETTO RAPPORTO TRA CHUNG E GLI ORCHESTRALI (IL MAESTRO SUDCOREANO E’ DIRETTORE EMERITO DELLA FILARMONICA) E IL TABU’ PER GATTI CHE PER LA TERZA VOLTA NON RIESCE A DIVENTARE DIRETTORE MUSICALE...
DAGOREPORT
CHUNG
Pierluigi Panza per il "Corriere della Sera" - Estratti
Il Consiglio di amministrazione del Teatro alla Scala, presieduto dal sindaco Giuseppe Sala, ha ottenuto la conferma della permanenza sino a fine 2026 del direttore musicale Riccardo Chailly e ha nominato,
su indicazione del sovrintendente e direttore artistico, Fortunato Ortombina, il maestro Myung-Whun Chung come suo successore.
L’incarico di Chung decorrerà dal termine del contratto di Chailly fino alla scadenza dell’attuale Consiglio, nel febbraio del 2030.
«La Scala ha il totale diritto e l’autonomia di scelta. Io non intervengo su questo», ha dichiarato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ieri a Milano per l’inaugurazione della 24ª Triennale.
«Il sovrintendente ha proposto questo nome: al di là che è suo diritto e dovere scegliere il direttore musicale, ha spiegato le ragioni della scelta. Non voglio sostituirmi, quello che posso dire è che il Cda, all’unanimità, ha appoggiato la scelta», ha dichiarato il sindaco Sala.
Inizialmente, il suggerimento trapelato dal Cda come possibile direttore musicale era stato quello del maestro Daniele Gatti.
«Chung è una scelta nella storia della Scala — afferma Ortombina —, a volte ci si arriva per strade complicate. La storia di Chung alla Scala non ha precedenti tra i direttori ospiti. Non sono qui per i miei gusti personali, sento il dovere di servire il Piermarini in progetti di alto livello con il compito di fare sintesi, e questa è la sintesi migliore.
Dovevo capire il segnale che mi arrivava dal teatro, questa è una scelta per incontrare una famiglia di 900 dipendenti: alcuni motivi sono musicali, altre strategici o per delle visioni. È un messaggio dal teatro, e ha ricevuto l’unanimità dal Cda. Sono contento — ha concluso Ortombina — che si sia addivenuti a questa soluzione, e auguro a Chung un lungo percorso».
Il rapporto tra il sovrintendente e il maestro coreano si è cementato in molti anni alla Fenice di Venezia. Chung ha anche sviluppato nei decenni uno stretto rapporto con l’Orchestra e con la Filarmonica della Scala (ovvero l’associazione privata degli orchestrali dipendenti del Teatro) che lo ha nominato direttore emerito. Musicista di enormi doti, Chung, 72 anni, è amato dal pubblico ambrosiano e ha contribuito alle tournée internazionali del teatro similmente al suo maestro, Carlo Maria Giulini, al quale lo avvicina la riservatezza.
(…)
SCALA, FINE DEI LITIGI
Alberto Mattioli per la Stampa - Estratti
Habemus Papam, ed è coreano. Ieri il Consiglio d'Amministrazione della Scala ha nominato direttore musicale il maestro Myun-Whun Chung, che entrerà ufficialmente in carica il primo gennaio 2027, dopo che il contratto del suo predecessore, Riccardo Chailly, che scadeva nel '26, è stato prorogato per un anno. Il Conclave è stato rapidissimo, e lo Spirito santo si chiama Fortunato Ortombina, sovrintendente e direttore artistico del teatrone.
Già quando «Lucky» sovrintendeva alla Fenice, Chung era di fatto il suo direttore musicale, benché non ne avesse ufficialmente il titolo. Il percorso che ne ha portato all'elezione è stato però più accidentato di quello di Leone XIV. Quando, il 16 aprile '24, Ortombina fu scelto per la Scala dopo un accordo fra il sindaco di Milano, Beppe Sala, e l'allora ministro Genny Sangiuliano, lo stesso Sala annunciò imprudentemente urbi et orbi che il direttore musicale sarebbe stato Daniele Gatti, anche se, come da Statuto, sarebbe toccato al nuovo sovrintendente proporlo.
beppe sala josep borrell prima della scala 2024
Ma Ortombina e Gatti non avevano mai lavorato insieme e in questi mesi, per usare un eufemismo, non si sono proprio trovati, fra incontri che sono sembrati scontri e tempestosi scambi di mail, subito diventati di pubblico dominio perché in teatro nulla resta mai segreto, altro che «extra omnes».
Ha pesato anche il fatto che il Falstaff del gran ritorno di Gatti sul sacro podio scaligero non sia andato troppo bene, per la verità non solo per colpa sua (una combinazione di spettacolo ammuffito e compagnia sbagliata, in effetti). Così sulla nomina Ortombina prima ha preso tempo e poi, quando il Cda gli ha fatto fretta, ha scelto il «suo» candidato, che per la verità è anche quello dell'orchestra.
Così ieri il Consiglio, dove peraltro non siede nessuno in grado di distinguere una cavatina da un concertato, ha votato Chung all'unanimità: compreso, curiosamente, Sala. Per Gatti, che è milanese e visceralmente attaccato alla Scala, non c'è due senza tre: fu in predicato di diventarne direttore già nel 2007 e nel 2013, poi per una ragione o per l'altra gli è sempre andata male.
Non è disoccupato: resta alla Staatskapelle di Dresda, la più antica e forse la miglior orchestra del mondo. Però a Milano sono tutti curiosi di vedere se nella prossima stagione verrà davvero a dirigere, come previsto, il Pelléas di Debussy. Ortombina giura: «Da parte mia e del teatro, mano tesa a Gatti».
In ogni caso, Chung ha un curriculum più lungo della Treccani e alla Scala non è certo uno sconosciuto. Ci dirige dal 1989, e un totale, per ora, di 84 recite di nove titoli d'opera e 141 concerti fra Milano e le tournée ne fa il maestro più presente dopo i direttori musicali. Strettissimo, in particolare, il rapporto con la Filarmonica, di cui è direttore emerito.
(…) Resta il fatto che Chung ha il carattere giusto per la Scala, un teatro stressante che di regola tira fuori il peggio di chi ci lavora e premia gli imperturbabili. Aneddoto personale: durante una prova alla Fenice, ci fu una lunga e insensata crisi isterica della primadonna. Chung era sul podio, immobile. Quando la gran scena di pazzia finì, perché pure la sventurata dovette prendere fiato, lui, sempre impassibile, aprì appena bocca: «Vabbè, adesso canta».
PRIMA DELLA SCALA 2024 - IGNAZIO LA RUSSA - LILIANA SEGRE - BEPPE SALA - ALESSANDRO GIULI
fortunato ortombina 3
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