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LA NOIA DELLA “NAJA” – IL RITORNO DELLA LEVA OBBLIGATORIA È QUASI IMPOSSIBILE: I PARTITI E LE FORZE ARMATE SONO CONTRARI - RITORNARE AL SERVIZIO MILITARE OBBLIGATORIO SAREBBE COSTOSO E POI SERVE UN ESERCITO DI PROFESSIONISTI, NON DI COSCRITTI – L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI LANCIA IL PROGETTO DI UN "CORPO AUSILIARE ALPINO", CHE HA COMPITI PIÙ SIMILI A QUELLI DELLA PROTEZIONE CIVILE CHE DI DIFESA...

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Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per "la Stampa"

 

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Non la chiamate naja, mini-leva, obbligo di servire la Patria perché non sarà mai così. Quel che l'Associazione nazionale alpini sta portando avanti con il progetto di un Corpo ausiliare alpino al momento è solo un'idea e comunque ruota più attorno alle funzioni di Protezione civile che a quelle della Difesa.

 

E infatti lo stesso ministro Guido Crosetto, che domenica scorsa ne parlava a Biella, […] ha cautamente ipotizzato «un'esperienza che non sia proprio entrare direttamente nelle forze armate, quello possono farlo quando vogliono…». […]

 

«Anche noi sappiamo che la leva non tornerà più», conferma il presidente dell'Associazione, Sebastiano Favero. «La nostra proposta non ha direttamente a che fare con le armi, quanto con funzioni ausiliari eppur fondamentali anche per le forze armate, sia, Dio non voglia, che ci sia un'aggressione di forze esterne, sia nel caso di calamità».

 

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Si parte da quel che gli ex alpini fanno già con ottimi risultati: volontariato di protezione civile, gruppi mobili, un ospedale da campo che può essere persino elitrasportato, del tutto autosufficiente. […] Ma a lungo andare non può reggere. «Siamo tutti – racconta ancora Favero – avanti con gli anni. Con la fine della leva, si è fermato il ricambio generazionale».

 

Ecco perché da anni l'Ana insiste con le forze armate per reinventare un canale di comunicazione con i giovani. E nella politica trovano un certo ascolto. Così fu quando l'allora ministro della Difesa Ignazio La Russa volle la mini-naja simbolica di 15 giorni. Così è stato con Matteo Salvini che un anno fa ha depositato una proposta di legge della Lega per reintrodurre la leva obbligatoria, per uomini e donne, di sei mesi.

 

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Il punto è che reintrodurre forme di servizio obbligatorio per i neo-diciottenni sarebbe davvero impopolare e quindi nessun governo prende sul serio l'ipotesi. Le stesse forze armate sono contrarie, in quanto ritornare indietro sarebbe estremamente costoso per rimettere in piedi un sistema […] che ormai non esiste più. E poi sarebbe del tutto anacronistico.

 

Spiega un generale di lungo corso come Giorgio Battisti ormai fuori dal servizio attivo, ex alpino anch'egli: «La guerra in Ucraina insegna che per addestrare un soldato occorrono almeno 15 mesi, altrimenti si fa come la Russia che nella prima fase dell'invasione mandò al macello i suoi reparti, impreparati alla guerra moderna».

 

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Ecco perché lo stesso ministro Crosetto, un anno fa, allorché si trovò di fronte al ddl della Lega, reagì a brutto muso: «Non sono certo sei mesi in una caserma – disse in un'intervista a questo giornale – che cambiano i giovani. Sarebbero soldi buttati via. Abbiamo bisogno di forze armate professioniste, di persone formate e preparate».

 

[…] Le opposizioni sono contrarissime. Temono che ciò porterebbe all'indebolimento del Servizio civile nazionale. «Trent'anni fa – risponde Stefano Graziano, Pd – si decise di abbandonare la leva proprio per avviarsi verso un esercito di professionisti. E in futuro sarà sempre più così, con la dimensione cyber, i droni, i laser, le guerre ibride. A noi servono soldati ancor più tecnologici».

 

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Anche dentro la maggioranza c'è il gelo. «Non credo – dice Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato di Forza Italia – che si tornerà alla leva obbligatoria per ragioni di costi e di organizzazione. Può essere una sana aspirazione volere un periodo formativo per giovani ragazzi, ma credo che sia incompatibile con uno strumento di difesa che oggi si deve basare su professionisti di lunga permanenza e adeguatamente formati. Poi, ovviamente, se ci dovessero essere emergenze belliche, tutti saremmo chiamati a fare la nostra parte. Ma mi auguro sinceramente che l'Italia, benché non lontanissima da scenari di guerra, non sia coinvolta direttamente in un conflitto militare e si limiti alle operazioni di pace all'estero».

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