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“IL CHIODO FISSO È ANDARE AL MONDIALE. DOBBIAMO VOLERLO, NON COMINCIARE A VEDERE I FANTASMI ALLA PRIMA DIFFICOLTÀ” – IL CT GATTUSO MANDA UN AVVISO AI NAVIGANTI E FA IL BILANCIO DEI PRIMI SEI MESI ALLA GUIDA DELLA NAZIONALE (5 VITTORIE CONTRO COMPAGINI DI SCAPPATI DI CASA E 1 SCONFITTA CONTRO L'UNICA SQUADRA SERIA, LA NORVEGIA): “SE MI METTESSI A PENSARE ADESSO AGLI SPAREGGI DI MARZO NON CI ARRIVEREI LUCIDO..."
La scelta di accettare la panchina azzurra è stata immediata, istintiva: “Quando mi è stato proposto di diventare Ct ho detto subito di sì. Sono orgoglioso di rappresentare il mio Paese, mi sento un privilegiato”. Una responsabilità che Gattuso conosce bene da sempre e che oggi affronta con consapevolezza e dedizione. Il ct si racconta a Vivo Azzurro in attesa del Natale: “È sempre qualcosa di bello, mi piace. Sono uno che lascerebbe l’albero tutto l’anno dentro casa perché ti porta serenità, allegria e mi fa ricordare l’infanzia, quando c’era poco, ma quel poco che arrivava era sempre bene accetto”.
I primi sei mesi raccontano di una Nazionale ritrovata: cinque vittorie e una sola sconfitta. “Ho visto atteggiamenti molto positivi, mentalità positiva e grande senso di appartenenza. I ragazzi stanno cercando di dare tutto quello che hanno”. Un’identità ricostruita dopo momenti difficili, anche grazie a sacrificio e spirito di gruppo: “Un gruppo non si crea stando solo tre o quattro giorni insieme". Lo sguardo ora è rivolto ai play-off di marzo, ma senza bruciare le tappe: “Il chiodo fisso è andare al Mondiale, tornare lì dove siamo stati per tantissimi anni, anche da protagonisti. Dobbiamo volerlo a tutti i costi, non cominciare a vedere i fantasmi alla prima difficoltà”.
È troppo presto per pensare al match con l’Irlanda del Nord, meglio concentrarsi sul presente: “Devo vivere alla giornata. Non sono più il Gattuso di una volta, quello che aveva un obiettivo e si preparava solo per quello. Oggi sono una persona diversa, faccio un lavoro totalmente diverso. Sono il primo a dover dare tranquillità, devo sbagliare il meno possibile e fare le scelte giuste. Se mi mettessi a pensare adesso alla partita di marzo non ci arriverei lucido. La lucidità e l’energia si devono perdere oggi su quello che andiamo a vedere, su quello che propone il nostro calcio e sulle scelte che dobbiamo fare. Quando arriveremo a Coverciano, in quei dieci giorni ci dedicheremo a preparare al meglio la partita".
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