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Alessandra Retico per “la Repubblica”
Ali si aggira sul ring dopo il ko di George Foreman
George Foreman, il suo primo ricordo?
«Se n'è andato un maestro, oltre che un grande pugile e un immenso campione».
Cosa le ha insegnato?
«Tutto. Soprattutto a diventare ogni giorno una persona migliore. A prendere da ogni situazione, anche dalla peggiore, la parte positiva. A vivere con passione. Ti costringeva a essere diverso, a pensare le cose in un'altra prospettiva».
E non solo sul ring.
«Le sue lotte non sono state solo per i neri. O per i musulmani. Ma per l'umanità, per tutti i paesi, per il mondo, per l'Italia dove vinse alle Olimpiadi, per le generazioni future. Anche chi non l' ha conosciuto e visto combattere e vivere, sa che ha avuto lui come guida. Che c' è stato uno come lui. Un insegnamento per la libertà e il rispetto che durerà spero ancora per centinaia di anni».
Vi frequentavate?
«Eravamo amici. Lo erano le nostre famiglie. Ci sentivamo e incontravamo. Dopo Kinshasa, non ci siamo mai più lasciati».
Da Rumble in the Jungle, 1974, Africa. Mille volte glielo avranno chiesto: cosa significò per lei?
«Mi raddrizzò, sconfiggendomi. Mi diede uno schiaffo salvifico: ero il favorito, campione del mondo dei pesi massimi, più giovane di 7 anni di lui, ne avevo 25. Era l' Africa, ed erano quegli anni: difficili, oscuri, travagliati. Io non ne capivo niente all' epoca, ho saputo tutto dopo. Fu una notte profonda. Ero sicuro di batterlo, molto fiducioso dei miei mezzi, certo che lo avrei messo al tappeto in un paio di round e che avrei conservato il titolo.
Mi sentivo invincibile e intoccabile. Tirai duro, ma non abbastanza per lui. Mi provocò, mi disse se quello che avevo da dare era tutto lì. Mi trascinai fino all'ottava ripresa, eravamo stanchi tutti e due, ma fu lui a mettere il destro giusto. Un gancio. Mi aveva sconfitto, aveva demolito le mie certezze. Fu difficile all'inizio accettarlo, poi ho capito che mi fece un dono. Non l'ho mai dimenticato e non lo dimenticherò mai».
Cosa le rimane di lui?
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JOE FRAZIER GEORGE FOREMAN MOHAMMED ALI
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«La sua lezione. Per quella notte, che fu la mia unica sconfitta per ko. Ma anche l' inizio di un' altra vita. Fu la mia fortuna, la mia festa. Mi mancherà un pezzo senza di lui. Ma finché sono qui, il mio compito è ricordare Muhammad Ali».
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