DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Il Messaggero intervista Gigi Riva. Ha 78 anni e custodisce un record di ferro, 35 gol con l’Italia in 42 partite: da allora nessuno come lui, nemmeno da vicino.
Riva commenta l’assenza di attaccanti in Italia.
«Gli stranieri hanno rovinato la Nazionale. Sono troppi nel nostro calcio. E non c’è più un italiano che abbia la possibilità di farsi notare, di mettersi in evidenza. Sono quasi tutti attaccanti stranieri nelle squadre di vertice».
Ai suoi tempi c’era invece abbondanza, i commissari tecnici dovevano fare scelte impopolari.
«E’ vero, c’era una rivalità fortissima, erano tutti affamati di calcio. Oggi ci sono soprattutto stranieri, a volte non ci si riesce a ricordare nemmeno come si chiamano».
gigi riva gol in rovesciata contro il vicenza
A Riva viene chiesto se gli piace guardare il calcio di oggi. Risponde:
«Faccio un po’ fatica, in effetti. Bisogna rassegnarsi e accettare quello che c’è. Ci sono dei bei giocatori, non lo metto in dubbio. Ma vedo troppi passaggi, in continuazione, è noioso, si va in fondo e si crossa… Troppa tattica, troppo possesso di palla, poca fantasia».
Qualcosa di buono? Riva:
«Ma sì, c’è chi fa qualche numero. Ma le partite di oggi mi sembrano noiose. Fatichi a ricordare i nomi, ci sono squadre con dieci stranieri e un italiano. Non sembra nemmeno il nostro campionato».
Il Napoli di oggi la diverte? Riva:
«L’ho seguito: è entusiasmante. È una bella squadra, sta facendo un campionato meraviglioso. E ha quei due là davanti…».
Riva su Mourinho:
«Ha personalità, temperamento, trasmette alla squadra il suo carattere. Chi era come lui ai miei tempi? Ognuno ha le proprie caratteristiche, Scopigno era l’opposto ad esempio. Mourinho nel suo genere è unico».
Sul ritorno di Ranieri:
«Si sta comportando molto bene. Richiamarlo è stata un’ottima decisione del presidente. Il Cagliari è migliorato moltissimo, anche se rimane una sofferenza vederlo in B».
Federico Buffa ha raccontato l’incontro tra Riva e Fabrizio De André. Lo ricorda:
«Il giorno che ci siamo conosciuti, ci siamo stretti la mano e siamo stati mezzora senza parlare…(ride) eravamo a Genova. Poi ci siamo incontrati in Sardegna, sono andato all’Agnata, a Tempio, nella sua tenuta. Mi piacevano le canzoni, certo, ma soprattutto il suo temperamento, De Andrè sapeva vedere la vita in un modo migliore di quella che era realmente. Un grande personaggio».
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