riello meneguzzo

GIOBATTA MENEGUZZO, “UN INTELLETTUALE GENUINO” – ANTONIO RIELLO RACCONTA LA STORIA I GIOBATTA MENEGUZZO, GEOMETRA DI PROFESSIONE E COLLEZIONISTA D’ARTE PER PASSIONE: “AFFITTA UNA VECCHIA FILANDA DISMESSA (LA CASABIANCA) CHE DIVENTA LA SEDE DELLA SUA COLLEZIONE. PER LUNGO TEMPO È STATA UNA SPECIE DI "FORT APACHE" CIRCONDATO DALL'ARIDO DESERTO CULTURALE DELLA PROVINCIA VENETA. DAL SUO FORTINO DI MALO IL NOSTRO GIOBATTA, CON TRANQUILLO CORAGGIO, ANTICIPAVA I TEMPI E GUARDAVA LONTANO” – IL LIBRO DI FRANCESCA INTERLENGHI

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Antonio Riello per Dagospia

1. giobatta meneguzzo e andrea zanzotto, presso la dimora di zanzotto,pieve di soligo, 2010 © valeria marchesini, 2010

 

Mia madre - che era di Milano - ha passato gran parte della sua vita nel Nord Est: aveva sposato mio padre che abitava in provincia di Vicenza. Diceva spesso che il Veneto era l'ultimo posto dove si erano stanziati i barbari (Unni, Longobardi, etc. etc.) e che lì erano rimasti accampati, senza mai andarsene veramente.

 

Sosteneva che era una terra con una sua particolare antropologia: piena appunto di ataviche barbarie (rivolta evidentemente alla famiglia di mio padre...) ma anche di sorprendenti meraviglie.

 

Di una di queste meraviglie vi voglio parlare. Giobatta Meneguzzo nasce nel villaggio di Priabona di Malo nel 1928. Siamo in un’area rurale al tempo piuttosto povera e caratterizzata da una forte adesione ai valori della Chiesa Cattolica.

 

Diligente, pio e studioso, gli piace la matematica e diventa geometra (farà questo lavoro per tutta la vita). Si sposta nel paese vicino, a Malo (qualcuno si ricorda forse questo nome per il magnifico libro "Libera nos a Malo" di Luigi Meneghello, anche lui di quelle parti e suo amico).

giobatta meneguzzo by francesca interlenghi

 

Giobatta è uno stimato professionista. La sua potrebbe essere una normale vita laboriosa ed oscura, come quella di tanti suoi conterranei del boom economico postbellico.

 

Accade, inatteso, una specie di miracolo. Agli inizi degli anni '60 rimane folgorato dall'Arte Contemporanea (apparentemente quanto di più lontano ci possa essere dal suo contesto famigliare e sociale). La sua è passione assoluta e totalmente disinteressata, non deve dimostrare niente a nessuno. Per lui l'Arte è una forma di Etica e contemporaneamente di Conoscenza, punto e basta.

 

Inizia febbrilmente a visitare mostre (Milano e Brescia sono i suoi riferimenti iniziali). I suoi sono degli autentici pellegrinaggi artistici. E' curiosissimo e infaticabile: lunghi viaggi in auto dopo aver finito di lavorare a Malo. Diventa anche un bulimico collezionista (quando la Kusama non la conosceva quasi nessuno - siamo alla fine degli anni '60 - lui si compera una sua magnifica scultura in forma di poltrona bitorzoluta).

 

riello con capello

Pragmatico, come tutti i veneti, capisce ad un certo punto che con il suo reddito non può permettersi tutto quello che lo incanta. E così inizia a collezionare - programmaticamente - disegni e/o edizioni in modo da avere almeno un'opera per ogni artista che lo interessa senza doversi necessariamente svenare con opere molto costose.

 

Affitta una vecchia filanda dismessa (la Casabianca) che diventa la sede della sua collezione che, poco a poco, copre con sistematicità tutti i movimenti dell'Arte Contemporanea, dal secondo dopoguerra in poi.

 

Beuys, Sol Lewitt, Ceroli, gli artisti di Fluxus, Vasarely, Bonalumi, Fontana, Warhol, Buren, Lichtenstein, Oldenburg, De Dominicis sono solo alcuni nomi che affiorano in automatico nella mia memoria. Un inesauribile dizionario visivo. Vi sono custodite opere, a modo loro, piuttosto rare come le opere concettuali degli artisti della Transavanguardia, prima che iniziassero a dipingere (e a diventare famosi).

 

loscar~2

Nel frattempo costruisce una nuova abitazione per la famiglia, sempre a Malo, con uno splendido progetto di Giò Ponti dal titolo "Lo Scarabeo sotto la Foglia". L'interno - magnifico e ancora molto ben conservato - viene affidato nientemeno che a Nanda Vigo che rimarrà per sempre una sua grande amica.

 

Ma gli sembra naturale inaugurare casa con una festa, come si usava fare tradizionalmente in campagna tra vicini. Decide allora di contattare il Living Theatre (Judith Malina e Julian Back) per allietare gli invitati. Strano ma vero, il Living Theatre incuriosito ed entusiasta raggiunge il profondo countryside vicentino per una performance che rimarrà nella Storia.

 

lo scarabeo sotto la foglia malo courtesy enrico cattaneo

Non era una questione di soldi, era la natura eccezionale di Giobatta, semplice e allegra ma anche profonda, che li aveva ammaliati. All'epoca, in zona, poche persone masticavano la lingua inglese ma sembra che davvero, quella sera, tutti abbiano capito tutto quello che c'era da capire. Era il 24 Maggio 1969.

 

La Casabianca inizia intanto ad ospitare mostre e dibattiti. Tradizionalmente gli incontri nel suo spazio avvenivano la Domenica mattina, dopo la Messa (durante la settimana - Sabato compreso - gli indigeni lavoravano sodo).

 

inaugurazione dello scarabeo sotto la foglia 24 maggio 1969 al centro con saio mantello e sandali leo treviglio interprete del living theatre courtesy enrico cattaneo

Achille Bonito Oliva negli anni '80 è di casa in queste Domeniche e anche tanti altri personaggi di rilievo come, ad esempio, il poeta Andrea Zanzotto. Passa di qui anche Demetrio Stratos con una sua performance.

 

Moltissimi collezionisti del territorio (alcuni in seguito diverranno molto importanti) in questi incontri iniziano il loro percorso. Si ammira, si discute, si ascolta, si litiga: insomma si impara. Giobatta crea con grazioso understatement (e in un area assolutamente periferica) un vivace museo sistematico, aggiornato ed ecumenico.

 

Aggiunta doverosa: la visita è sempre stata totalmente gratuita e lo spazio non ha goduto, se non sporadicamente, di contributi pubblici. Era un signore dai modi spartani ma sempre molto generoso.

 

La Casabianca, da parte sua, è stata per lungo tempo una specie di "Fort Apache" circondato dall'arido deserto culturale della provincia veneta. Dal suo fortino di Malo il nostro Giobatta, con tranquillo coraggio, anticipava i tempi e guardava lontano.

 

3. giobatta meneguzzo © marco meneguzzo

Ha continuato a studiare con la stessa umiltà degli inizi gli sviluppi dell'Arte Contemporanea fino alla fine dei suoi giorni. In tanti anni non è mai mancato a Kassel per Documenta, a Venezia per la Biennale e a Basilea per la fiera.

 

In giro per il Mondo, ogni tanto, qualcuno lo scambiava per Luciano Benetton, a causa di una curiosa e impressionante somiglianza con il celebre imprenditore. Giobatta se la rideva allegramente di questi equivoci. Se ne è andato nei mesi dello stramaledetto Covid, nel 2021.

 

casabianca malo

Francesca Interlenghi, ha scritto un bel libro, pubblicato da Allemandi Editore nel 2024, sull'epopea di Giobatta Meneguzzo. Il volume contiene anche una serie di testimonianze di persone che lo hanno conosciuto da vicino. La parte finale del titolo è una sua frase: "mi sono tanto divertito!". Parole che ben rappresentano la sua informale (ma in un certo senso sofisticata) spontaneità. Era un intellettuale genuino.

Testo 100% NAI (Not Artificial Intelligence)

 

 

 

GIOBATTA MENEGUZZO

MI SONO TANTO DIVERTITO!

Francesca Interlenghi

Allemandi Editore, 2024

francesca interlenghi autrice del libro giobatta meneguzzo. mi sono tanto divertito courtesy debora barnabaalternativa 2 giugno 1974 nelle ex stalle demetrio stratos si esibisce in un intervento vero gutturale courtesy enrico cattaneomuseo casabianca malo veduta della facciata copyright debora barnabainaugurazione dello scarabeo sotto la foglia maggio 1969 un momento della rappresentazione dies irae courtesy enrico cattaneoinaugurazione museo casabianca malo 30 giugno 1978 performance di nanda vigo lo specchio come comunione giobatta meneguzzo courtesy salvatore licitrayayoi kusamainaugurazioneinaugurazione museo casabianca malo 30 giugno 1978 performance di armando marocco disegnare con le trottole courtesy salvatore licitra