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LA GUERRA FREDDA DEL DOPING L’AGENZIA MONDIALE ANTIDOPING, "WADA", ACCUSA L’OMOLOGA AMERICANA, "USADA", DI VIOLARE IL CODICE INTERNAZIONALE: GLI STATUNITENSI USEREBBERO EX ATLETI DOPATI COME “AGENTI SOTTO COPERTURA” PER INCASTRARE ALTRI SPORTIVI CHE ASSUMONO SOSTANZE ILLEGALI – LA CINA, NEL MIRINO PER GLI ATLETI POSITIVI ALLA TRIMETAZIDINA (MA AMMESSI CON LA SCUSA DELLA “CONTAMINAZIONE”) PROTESTA…

Luca F. Laviola per l’ANSA

 

doping

L'Agenzia mondiale antidoping (Wada) ha accusato la sua omologa americana Usada di violare il codice internazionale permettendo ad atleti che hanno infranto le regole sull'uso di sostanze proibite di continuare a gareggiare allo scopo di scoprire gli inganni degli altri.

 

In sostanza verrebbero usati come 'agenti sotto copertura' senza informare la stessa Wada "e senza che ci sia alcuna disposizione che permetta una tale pratica nè nel Codice (internazionale) nè nelle regole della Usada". Wada sostiene di essere a conoscenza di tre casi verificatisi tra il 2011 e il 2014, secondo The Athletic.

 

Erriyon Knighton

L'Agenzia antidoping Usa è accusata di applicare due pesi e due misure, dopo che i riflettori si sono accesi su un velocista del team di atletica americano ai Giochi di Parigi, che in precedenza non aveva superato un test sull'uso di sostanze proibite, secondo il sito del quotidiano britannico Daily Telegraph.

 

Erriyon Knighton, medaglia d'oro ai mondiali e ieri quarto nella finale dei 200, è risultato positivo al trenbolone - uno steroide - in un controllo non legato a una competizione a marzo. Usada ha stabilito che la sostanza proveniva da carne contaminata e ha dato il via libera a Knighton per partecipare alle Olimpiadi. Ma ieri sera Wada ha sollevato i casi di tre atleti statunitensi dopati ai quali era stato consentito di gareggiare per anni, tra cui uno di alto profilo, che ha partecipato a delle Olimpiadi e proseguito la carriera fino al ritiro nonostante avesse assunto steroidi ed Epo (eritropoietina, un ormone).

 

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La positività del velocista Usa, emersa invece a giugno, e i sospetti di un insabbiamento del caso, ha provocato la reazione furiosa della Chinada, l'agenzia antidoping cinese, che ha accusato gli americani di "nascondere la verità" e chiesto all'International Testing Agency (Ita) di intensificare i controlli sugli americani.

 

Le relazioni tra Stati Uniti e Cina si erano già guastate a Parigi dopo la rivelazione che a 23 nuotatori cinesi erano stato permesso di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2021 nonostante non avessero superato un precedente test antidoping. Lo scontro tra le due superpotenze dello sport - ai primi due posti del medagliere in Francia - ha visto un'escalation nelle ultime ore, quando è emerso che Usada ha permesso ad atleti dopati di continuare a competere.

 

WADA

"E' ironico e ipocrita che Usada gridi allo scandalo sospettando altre organizzazioni antidoping di non seguire le norme alla lettera - si legge in un comunicato di Wada -, quando non ha reso noti casi di doping per anni e ha permesso a degli imbroglioni di continuare a gareggiare". L'antidoping americano ha ribattuto accusando quello mondiale di prendere parte a una campagna di diffamazione.

 

 "E' triste vedere i vertici della Wada cercare disperatamente e pericolosamente di diffamare gli altri, incluso chi dà informazioni - così una nota di Usada -, invece di rispondere a domande essenziali sul perché hanno permesso alla Cina di insabbiare 23 test positivi della Trimetazidina (Tmz, un farmaco che può diventare doping) e due del Metandiedone (altro steroide)".

 

il caso dei nuotatori cinesi trovati positivi ma assolti dalla wada

"Curiosamente, l'ampia investigazione condotta da Usada e dalla relativa Federazione internazionale - prosegue la nota - dimostra esattamente cosa avrebbe dovuto fare Wada con i test positivi dei nuotatori cinesi: raccogliere le prove per scoprire la verità e far rispettare le regole per tutelare lo sport pulito". Il direttore esecutivo dell'agenzia antidoping Usa, Travis Tygart, si è messo alla testa dei critici sulla gestione Wada delle accuse alla squadra di nuoto cinese, fino quasi a oscurare le gare in piscina a Parigi. Undici dei 23 atleti cinesi implicati nello scandalo di Tokyo 2021 hanno gareggiato anche a Parigi. (ANSA).

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