DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Martina Gambillara per Artribune
La potenza cinese Poly Culture ha individuato la sua prossima preda occidentale in Bonhams, la storica casa d’aste inglese con oltre 200 anni di storia. Società del gruppo controllato dal Governo cinese Poly Group, Poly Culture, con il suo ramo China Poly Auction, è una delle principali case d’asta asiatiche che, ricordiamo, a marzo ha fatto il suo debutto nella Borsa di Hong Kong.
Di proprietà del collezionista olandese Evert Louwman, già ad inizio anno Bonhams aveva iniziato a cercare compratori, e ora passerà di mano per una cifra di cui ancora non si conosce l’entità, probabilmente qualche centinaia di milioni di sterline.
Di recente, un’altra importante notizia ha coinvolto la casa inglese e l’area asiatica: l’ex direttore di Art Basel Hong Kong Magnus Renfrew è divenuto direttore di Bonhams Asia, per ridefinire la strategia della compagnia in area orientale, forse già nell’ottica del grande piano di acquisizione da parte di Poly Group…
Magnus-Renfrew-direttore-di-Bonhams-Asia
Lo sbarco in borsa di Poly Auction (Artribune 2 marzo)
Con un giro d’affari annuale di oltre un miliardo di dollari, China Poly Auction, la terza casa d’aste più potente al mondo, a partire da marzo debutterà in Borsa. La casa d’aste fa parte del China Poly Group, un conglomerato statale con stretti legami militari e con la famiglia di Deng Xiaoping, nato per la vendita di armi per l’Esercito di Liberazione del Popolo e in seguito espanso nello sviluppo immobiliare, la vendita di auto sportive e la produzione di sitcom televisive.
Tra le sue divisioni, Poly Culture Group Corporation – dedicata al settore culturale comprendente la casa d’asta – ha programmato l’inizio delle negoziazioni alla Borsa di Hong Kong per il 6 marzo, mentre l’offerta pubblica iniziale verrà stabilita il 28 febbraio. La società statale ha già iniziato a prendere ordini dagli investitori la scorsa settimana, vendendo 77.8 milioni di azioni per 3.6-4.2 dollari ciascuna. Il gruppo cinese manterrà il 67% delle azioni di Poly Culture Group Corporation.
Questa prima azione pubblica potrebbe far aumentare il capitale della società di $330 milioni e rafforzare la sua presenza internazionale. L’intera divisione culturale negli ultimi 10 mesi ha registrato profitti pari a $51 milioni, con la gestione di sale cinematografiche, teatri, produzione cinematografica e televisiva, vendite all’asta. Anche la Poly Real Estate Group, la divisione immobiliare del gruppo, è già quotata pubblicamente.
Poly Auction è stata al centro di numerose polemiche a causa del sostegno statale di cui gode, considerato un ostacolo per i promotori di una regolamentazione più cristallina nel mercato dell’arte cinese e di una maggiore libertà di movimentazione di reliquie dentro e fuori il paese. Inoltre, Poly ha registrato un incremento di acquirenti che non pagano i lotti aggiudicati alle aste, un problema persistente nel mercato cinese fin dal suo boom.
Anche un’altra divisione del gruppo cinese è stata al cento di importanti questioni internazionali: l’anno scorso gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro Poly Technologies, accusata di aver violato la politica di non espansione per controllare il traffico di armi con Iran, Siria e Corea del Nord. Con la nuova mossa in Borsa, Poly Auction non solo mira ad essere leader incontrastata in Cina, ma anche a livello internazionale. Ricordiamo che l’anno scorso ha inaugurato le aste anche ad Hong Kong, roccaforte occidentale nel cuore dell’Asia, e aperto un ufficio a New York per intercettare opere e oggetti provenienti dalle collezioni americane. Martina Gambillara
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