DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE…
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Le gestione della bomba Mourinho è un problema mica da ridere per i Friedkin. Il portoghese è venerato a Roma, ovviamente non da tutti ma certamente dalla maggioranza dei tifosi. Il contratto con la Roma scade a giugno 2024 e lui dieci giorni fa ha rotto l’attesa dicendo che forte e chiaro che vuole restare ed è pronto a farlo anche con un progetto di giovani.
Lo ha detto nell’immediato post-partita di Bologna, dopo una sconfitta tanto netta quanto dolorosa contro la formazione rivelazione della Serie A. Dopo Bologna è arrivato il Napoli. E la Roma ha superato lo scoglio. Ha vinto e ha persino convinto. E lo ha detto senza Dybala. Adesso la Roma è sesta in classifica a tre punti dal quarto posto. E il futuro – per dirla alla De Gregori – è una palla di cannone e loro la stanno quasi raggiungendo.
cena di natale della roma mourinho
Che cosa faranno i Friedkin? Si ritrovano in panchina un allenatore osannato e un allenatore che è un monumento. Gli stupidotti del calcio (abbondano eh), i cosiddetti capiscer (quelli che capiscono tutti loro) lo considerano uno superato, un vecchietto che va ai giardinetti, in realtà è uno che tiene in vita da tre anni una squadra tra il modesto e il sufficiente. In campionato non ha mai raggiunto la Champions ma ha giocato due finali europee consecutive. Mourinho è l’equivalente di Marlon Brando in Apocalypse now (il colonnello Kurtz), è un mito del calcio e non solo. E i Friedkin vivranno questi mesi con in casa Marlo Brando che vuole rimanere e loro non sanno che fare. Col rischio che da un giorno all’altro lo Special One annunci di aver firmato per un grande club europeo. Ipotesi tutt’altro che remota. E i Friedkin dovebbero chiamare i caschi blu per gestire la situazione.
C’è quindi tra i proprietari (padre e figlio dei Friedkin non la vedono allo stesso modo) chi vorrebbe prendere un’altra strada, costruire facendo crescere i giovani, e chi non vuole perdere il patrimonio fin qui conquistato, a partire dal consenso e dall’Olimpico sempre pieno. La fuga in avanti del tecnico che ha spiazzato dicendo di voler restare, che sia piaciuta o meno, costringe la società a prendere una delle due strade. Si riflette e si prende posizione. Intanto lo difendono dalle critiche, lo ascoltano, lo hanno (Lukaku) e lo stanno (Bonucci) accontentando sul mercato. La strada è tracciata, ma non tutte portano sempre a Roma.
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