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IN BARBA A TUTTI I MALAGÒ E AGNELLI, TAVERNO CE L’HA FATTA! A 24 ORE DALLE ELEZIONI, SI RAFFORZA LA POSIZIONE DEL CONTESTATO CANDIDATO “OPTÌ POBÀ MANGIABANANE”

lotito tavecchio lotito tavecchio

Lastampa.it

 

Prima l’Atalanta, poi, a sorpresa, il Cesena. Ora anche il Verona conferma il suo appoggio a Carlo Tavecchio nella corsa per la presidenza della Figc: «La nostra posizione - chiarisce all’Ansa l’Hellas - è conforme al voto di programma espresso nell’assemblea di Lega di serie A del 24 luglio scorso. I valori di tale programma sono fedeli ai principi da sempre espressi dalla nostra società». 

 

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Così, a 24 ore dalle elezioni, si rafforza la posizione del contestato candidato: anche il Cesena in queste ore ha fatto marcia indietro annunciando, in una nota, che domani voterà Tavecchio. Il Cesena era tra i 9 club di Serie A che avevano sottoscritto, solo tre giorni fa, il comunicato con cui veniva chiesto il ritiro delle candidature per Albertini e Tavecchio.

 

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«Constatata l’impossibilità da parte di Demetrio Albertini e Carlo Tavecchio a procedere al ritiro delle candidature per concorrere alla carica della presidenza federale - segnala il club romagnolo - procederà a votare seguendo la decisione presa a larga maggioranza nell’ultima assemblea di Lega Serie A». E in quell’occasione l’assemblea disse sì a Tavecchio con un netto 18-2.

 

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La società romagnola «auspica pertanto che il nuovo progetto di rinnovamento del calcio italiano avvenga secondo le linee guida tracciate congiuntamente dai presidenti Agnelli e Lotito». «Non voglio fare la parte di quello che non decide, preferisco dare il mio voto e il mio contributo a chi ha sposato il programma studiato da Agnelli e Lotito» ha dichiarato Girogio Lugaresi, presidente del Cesena, ai microfoni di RadioUno Rai. Quanto alla credibilità di Tavecchio, commenta: «Sinceramente è insopportabile pensare a quella frase: ma se non si può fare altro e domani dobbiamo andare a votare bisogna prendere delle decisioni».  

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L’assemblea della Figc si riunisce domani all’Hilton Airport di Fiumicino per eleggere il nuovo presidente, chiamato a succedere al dimissionario Giancarlo Abete. Secondo il presidente della Lazio Claudio Lotito la votazione non riserverà sorprese: «Sarà Carlo Tavecchio. Ritengo abbia un consenso tale da poter fare il presidente nonostante tutte le pressioni mediatiche e questo atto di killeraggio elettorale che è stato messo in campo da persone con fini che non hanno nulla a che fare col calcio». 

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Alle urne sono attesi 278 delegati: 20 della Serie A, 21 della B, 60 della Lega Pro, 90 della Lega Dilettanti, 52 degli atleti, 26 dei tecnici e 9 degli arbitri. Toccherà a loro emettere il verdetto in un’estate infuocata. La debacle mondiale ha innescato un terremoto federale che non si è esaurito con l’addio di Abete e con quello dell’ormai ex ct Cesare Prandelli.

 

claudio lotito e carlo tavecchioclaudio lotito e carlo tavecchio

La corsa alla presidenza, apparentemente senza storia fino al 25 luglio, è diventata all’improvviso un braccio di ferro che è andato oltre i confini del calcio, coinvolgendo i vertici dello sport italiano e attirando l’attenzione della politica. La miccia, come è noto, è stata la gaffe compiuta da Tavecchio nell’assemblea della sua Lega Dilettanti: il riferimento ai calciatori extracomunitari scarsi e al celeberrimo “Optì Pobà mangiabanane” ha finito per griffare la giornata che doveva segnare l’inizio di una passeggiata verso il voto e ha dato il via alla battaglia.  

 

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Lo scivolone ha dato fiato a chi, come Juventus e Roma, ha sempre considerato inadeguata la candidatura del numero 1 della LND. Fifa e Uefa, che sbandierano il proprio impegno contro razzismo e discriminazioni, hanno acceso i riflettori sulla vicenda. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha agito secondo le proprie prerogative, incontrando i due candidati in un’interminabile giornata che non ha prodotto il passo indietro dei due contendenti.

carlo tavecchio giancarlo abetecarlo tavecchio giancarlo abete

 

A fare da cornice, il pressing della politica, con diversi esponenti del PD a bocciare senza appello la candidatura del favorito. Il premier Matteo Renzi si è limitato ad una battuta: «Se io dicessi una parola come presidente del Consiglio, l’Italia sarebbe squalificata dalle competizioni europee». Tavecchio, pur perdendo qualche pezzo del puzzle gestito con la regia di Claudio Lotito, ha conservato il sostegno della LND, della Lega Pro e della Serie B. Le 3 componenti in ambito elettorale pesano rispettivamente per il 34%, il 17% e il 5%. In sostanza, a meno di clamorosi smottamenti la vittoria è assicurata.  

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Le fibrillazioni hanno attraversato soprattutto la Serie A (12% nella torta), spaccata quasi a metà. A bianconeri e giallorossi, mai convinti dal numero 1 della LND, si sono formalmente uniti altri 7 club: con un documento, hanno chiesto ai due candidati un passo indietro per favorire l’avvento di un commissario.

 

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Il blitz non ha prodotto i risultati sperati: Albertini, che è il candidato di calciatori (20%) e allenatori (10%), probabilmente otterrà voti dagli arbitri (2%). La sua base rimane invariata: chi molla Tavecchio sembra intenzionato a scegliere la scheda bianca. In assenza di clamorosi ribaltoni, la Figc eleggerà un presidente che proverà ad attuare il suo programma di 11 punti e che sarà chiamato subito a sciogliere un nodo: nominare il nuovo commissario tecnico della Nazionale, a settembre comincia l’avventura nelle qualificazioni a Euro 2016.