DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Cambiano le facce, le palle, le racchette, le divise e i colori. Questa volta in rosa e in nero a Melbourne. Quando non vince da ballerino, vince da guerriero, se non è Nijinsky è Tamerlano. Come questa volta, quando ha dovuto rimontare nel quinto set, prima nella testa e poi nelle gambe, la cupa angoscia e l’ancora più cupa inerzia dell’aver buttato via il quarto set, la vittoria già in tasca. Con Roger Federer sono finite da un pezzo le parole, non è finito l’arcobaleno. Celebrarlo oggi, al suo ventesimo Slam, a 36 anni, sarebbe mediocre, peggio che insultarlo. Quando il corpo ci umilia e ci tiene a terra, lui è la bellezza che ci consola. Basta questo, una volta per sempre.
ROGER FEDERER VINCE GLI AUSTRALIAN OPEN 2018
Più utile mettersi dalla parte degli sconfitti. Nel loro Golgota quando incrociano Roger. Questa volta, quel gigantone buono di Marin Cilic. Nella sua croce. Gli ha piantato nelle mani e nei piedi tutti i chiodi che servivano, anche quelli che non aveva più. Ha provato a destabilizzarlo con il servizio, a stordirlo con i suoi back senza peso, a ipnotizzarlo con le smorzate nascoste, ha provato a bruciarlo con gli anticipi, a confonderlo con i cambi di ritmo, palle corte e profonde, tutto quello che serviva, tutto il tennis mai giocato da mille campioni in uno solo.
E quando sembrava che tutto fosse perso, che fosse il croato a comandare il gioco e dunque la partita, Roger ritrovava dentro di sé l’urlo di Tamerlano chiamato in tribuna da quello della complice di sempre, l’amazzone Mirka, e di tutti i loro gemelli sparsi nel pianeta. Cilic abbassava lo sguardo, già di suo refrattario alle grandi altezze. Capiva che doveva farsi da parte. Ancora prima di ritrovarsi in ogni modo trafitto nel court.
ROGER FEDERER VINCE GLI AUSTRALIAN OPEN 2018
E, mentre i vari Nadal, Murray, Djokovic arrancano nel loro calvario, l’usura tremenda di dover stare al passo al più decontratto e fluido Efebo della storia, rovinandosi tendini, muscoli e ossa, lui Federer si è semplicemente imposto di vivere quando tutti lo davano per morto. Lui che si era fracassato il menisco facendo il bagno a una delle sue confondibili creature, là dove non aveva competenze divine. Nessuno più tratteneva le lacrime, e perché mai avrebbe dovuto, a cominciare da lui, Roger, che per pochi, memorabili attimi, poteva provare l’emozione rara di essere spettatore intimo di se stesso. E anche Rod Laver, che lo fotografava dalla tribuna come un fan qualunque, sembrava un pigmeo.
2 - ROGER FEDERER VINCE GLI AUSTRALIAN OPEN
Da gazzetta.it
Come un abile sceneggiatore, Roger Federer aggiunge un surplus di suspence all'ultimo atto degli Australian Open. Nel quarto set, dalla palla del doppio break al 4° e poi 3-1 sopra, perde 5 game di fila e cede set e pareggio a Marin Cilic. Si va al 5°.
Un atto di generosità verso i suoi devoti che hanno un ulteriore appendice per godere dei suoi colpi, prima di festeggiare il suo 20° Slam in 30 finali disputate: finisce 6-2 6-7 6-3 3-6 6-1 in poco più di tre ore. Il croato, rivive così l'incubo dello scorso luglio, quando Roger gli negò Wimbledon. E il terzo tentativo di aggiudicarsi un Major finisce purtroppo diversamente rispetto agli Us Open 2014.
Del resto Federer, il croato l'ha battuto solo nella semifinale degli Us Open di tre anni fa, un Cilic monumentale e perfetto dominò in tre set il Divino e si avviò così a vincere il torneo, la sua fin qui unica perla Slam; sette mesi fa, sull'erba sacra di Wimbledon, un altro match senza storia, ma questa volta con il sorriso di Roger.
Oggi sul cemento di Melbourne, Marin non ha certo sfigurato, rispetto alla mattanza londinese ha dato del filo da torcere al campione in carica, ma il numero 6 del mondo (da domani numero 3) alla fine si è dovuto arrendere, pur riuscendo a strappare due set al Divino che sin qui aveva fatto percorso netto. Quando il croato tre anni fa vinse gli Us Open, qualcuno pensò si trattasse una meteora, ma adesso nessuno dubita del suo talento.
Che dire ancora di Federer? Dodici mesi fa la sua impresa, il 5° trionfo a Melbourne, a 5 anni dall'ultimo Slam vinto, fu salutato come una Resurrezione. Oggi scendeva sul Centrale da favorito. Non ha tradito le attese. Per l'immenso Roger Federer, a 36 anni e mezzo, è il 20° titolo del Grande Slam: 6 Open d'Australia, 1 Roland Garros, 8 Wimbledon e 5 US Open. Un campione immortale che segna ancora una volta la storia di questo incredibile sport.
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