DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Monica Scozzafava per il "Corriere della Sera"
Su il sipario, la teatralità non mancherà. Luciano Spalletti e Aurelio De Laurentiis sono uomini da palcoscenico: passionali, generosi, vulcanici. Diventano i protagonisti di un sodalizio calcistico che promette scene di forte impatto.
Per ora l' intesa è assoluta, il presidente del Napoli si è spinto oltre i suoi standard e gli ha garantito due anni di contratto più l' opzione sul terzo e sul quarto. Non uno stipendio faraonico, come quello che percepiva all' Inter: siamo sui 2,7 più bonus a stagione, nell' ottica di un restringimento dei costi. Ha però la garanzia che il progetto ruota attorno al suo calcio.
Fiducia massima all' uomo che, come il presidente, non cede al ricatto dell' impopolarità, piuttosto sceglie una comunicazione talmente singolare da esporlo spesso al giudizio poco lusinghiero della piazza. Luciano e Aurelio, due personaggi d' autore che dovranno trovare il giusto compromesso per riportare il Napoli in Champions.
Per ora Spalletti conosce i «giusti pensieri» (sua frase cult) riferita ai comportamenti dei calciatori sia in campo che fuori. Ma ha intuito che con De Laurentiis bisogna andare oltre la filosofia e affrontare ogni questione in modo diretto. Il contratto, la prima scena girata insieme: oltre cinquanta pagine che in tre giorni hanno viaggiato via mail da Roma a Montaione, la località toscana dove l' allenatore gestisce l' agriturismo di famiglia. Un' infinità di clausole - in assoluto stile Napoli - e il capitolo sui diritti di immagine, che il club partenopeo ha sempre mantenuto come sua esclusività. La quadra dopo una serie di correzioni è stata raggiunta.
Le chiacchiere si sono amabilmente sprecate attorno al vino. Non che De Laurentiis e Spalletti abbiano già brindato con le bollicine ma l' ex di Roma e Inter, che lontano dal campo ha scelto le colline toscane, è un produttore vinicolo. L' azienda di famiglia non rientra nelle questioni contrattuali ma è un ulteriore anello di congiunzione tra i due: il presidente del Napoli è un collezionista di vini.
Per Spalletti è la terza grande piazza d' Italia, dopo aver centrato la qualificazione Champions con Roma e Inter e aver vinto in Russia con lo Zenit. Maestro di campo più che gestore dei calciatori, ritrova due sue vecchie conoscenze: Manolas e Politano. Si approccerà alla squadra nel segno della continuità e potrà sfruttare l' identità tattica (4-2-3-1) lasciata da Rino Gattuso, che per la cronaca è ancora nella sua villa a Posillipo.
Per ora De Laurentiis gli ha dato ufficialmente il benvenuto con un tweet: «Faremo un gran lavoro insieme». Resta da definire la composizione dello staff (dovrebbero farne parte lo storico vice Domenichini e i collaboratori tecnici Baldini e Pane) e la presentazione che slitta a luglio. Tutti in attesa del primo ciak. E delle scintille.
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