DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
Nicola Bambini per www.vanityfair.it
Cala il sipario su Russia 2018. E’ un stato Mondiale all’insegna dell’equilibrio, con le grandi favorite messe ko da avversari sulla carta ben più deboli: l’Italianon c’è neppure arrivata, la Germania è crollata nel girone con la Corea, la Spagna è uscita agli ottavi con la Russia, il Brasile ai quarti con il Belgio. Alla fine ha vinto la Francia, giovane e multietnica, poco spettacolare ma senza dubbio pratica: la coppa alzata al cielo sotto il diluvio di Mosca è soltanto l’ultimo stopframe di una serie di immagini che resteranno scolpite negli almanacchi del calcio.
Ecco le 30 immagini che resteranno di Russia 2018:
1) Il dito medio di Robbie Williams alla fine della cerimonia d’apertura: «Non posso fidarmi più di me stesso, faccio quello che sento. Lì, ad esempio, volevo dire che mancava un minuto all’inizio della partita».
2) La voce di Aida Garifullina, la soprano che ha sognava di fare la maschera a teatro per ascoltare i grandi artisti ed è diventata una star: che duetto con Robbie Williams!
3) Il Giappone che, nonostante perda la partita della vita contro il Belgio facendosi rimontare due gol e subendo la rete decisiva nel recupero, pulisce lo spogliatoio e lascia un biglietto con scritto «grazie».
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4) Il sogno croato rappresentato dall’esultanza di Mario Mandzukic: segna nei supplementari all’Inghilterra e travolge un fotografo. Che continua a scattare una serie di bellissime foto.
5) Il gol più politico del Mondiale lo ha realizzato lo svizzero Shaqiri, che ha esultato contro la Serbia facendo il gesto dell’aquila albanese in omaggio al Kosovo, suo paese d’origine (indipendente ma non riconosciuto dalla Serbia).
6) Da un autolavaggio (dove si occupava di pulire i Suv vista la sua altezza) fino ai Mondiali: è la storia del portiere iraniano Beiranvand, ex pastore nomade, che ha parato un rigore a Cristiano Ronaldo.
7) Quel rigore parato da un portiere che nella vita fa anche tutt’altro: è l’islandese Halldorsson, professione videomaker (ha girato anche un spot per i Mondiali) che dal dischetto ha ipnotizzato Leo Messi.
8) La lezione di civiltà da parte dei tifosi del Senegal, che dopo aver battuto a sorpresa la Polonia e aver esultato come dei matti, si sono messi a ripulire lo stadio da bottiglie e cartacce.
9) Il primo storico gol di Panama al Mondiale: nonostante fosse sotto di 6 reti contro l’Inghilterra, quando l’esperto Baloy ha infilato la palla in rete è scoppiata la festa nazionale.
10) La discutibile eleganza del ct argentino Sampaoli, presentatosi in panchina con un completo nero che ha attirato lo sfottò social: poi si è levato la giacca ed è rimasto in maniche corte, con tutti i tatuaggi in bella vista.
11) L’affascinante vichingo Gislason, un misto tra Thor e Beckham, eletto a furor di popolo il giocatore più bello del Mondiale: passando da 40mila a 1,3 milioni di follower in pochi giorni.
12) Il fascino di Hervé Renard, allenatore del Marocco, che a guardarlo con la sua classica camicia bianca e i capelli tirati all’indietro sembra un attore di soap opera più che un commissario tecnico.
13) «Football’s coming home», il calcio torna a casa: il coro dei tifosi inglesi che, come nell’Europeo casalingo del ’96, non ha portato fortuna agli inventori del gioco. La coppa non è tornata sotto il Big Ben.
14) L’omaggio islandese a Carl Ikeme, il portiere della Nigeria – avversaria sul campo – costretto a rinunciare ai Mondiali un anno fa dopo che gli è stata diagnosticata la malattia.
15) Il disegno sulla schiena di Aron Gunnarsson, il capitano dell’Islanda, votato il miglior tatuaggio del Mondiale: un’enorme bandiera nazionale difesa agli angoli da quattro figure mitologiche.
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16) La rivincita di Cristiano Ronaldo che, pungolato prima dell’esordio contro la Spagna sulle sue scarse prestazioni ai Mondiali, ha messo a segno una strepitosa tripletta.
17) La debacle di Leo Messi, colonna di una squadra partita ancora una volta per vincere il torneo ma fermatasi agli ottavi: la Pulce, con anche un rigore sbagliato, è assente ingiustificato.
18) Il triste show di Diego Maradona che sulle tribune russe, dopo il gol argentino contro la Nigeria, ha iniziato a ballare e fare il dito medio: è stato ricoverato in ospedale per un malore.
19) Il fondamentale contributo del VAR, per la prima volta ad un Mondiale: grazie al replay, l’arbitro Pitana ha assegnato un rigore in finale alla Francia per un fallo di mano. E le polemiche si azzerano.
20) Il record del messicano Marquez, in campo per il quinto Mondiale consecutivo come Carbajal e Matthaus: per lui un torneo «in quarantena» a causa di alcuni problemi col governo americano.
21) Il brutto infortunio dell’uruguaiano Cavani nel momento più importante del suo Mondiale. E Cristiano Ronaldo che, abbracciandolo, lo aiuta ad abbandonare il campo.
22) La scommessa tra Michelle Hunziker e Filippa Lagerback prima di Svizzera-Svezia, paesi di origine delle due conduttrici. E’ stata l’elvetica a dover pagare pegno, sventolando in piazza la bandiera avversaria.
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23) L’impresa della Corea del Sud che, dopo aver dato un dispiacere all’Italia 16 anni fa, si ripete, stavolta bastonando la Germania nella gara decisiva ed eliminandola già nel girone.
24) Il dribbling mal riuscito del portiere tedesco Neuer, che spiana la strada alla Corea: una papera incredibile, che conferma come mentalmente sia difficilissimo affrontare un Mondiale da campioni in carica.
25) Le simulazioni del brasiliano Neymar, che ad ogni intervento avversario è volato in terra come se gli avessero rotto una gamba. E sui social sono ovviamente scoppiati i meme.
26) L’ironia di Cantona, che si rovescia sulla testa un piatto di spaghetti per imitare il nuovo taglio di capelli proprio di Neymar: un’acconciatura che è durata solo due partite.
27) La passione del principe William che, nonostante fosse in viaggio di lavoro in Giordania, non si è voluto perdere la partita della sua Inghilterra: l’ha vista registrata (e non si era fatto dire il risultato).
28) La maglia da gioco che vince il premio di più bella: è quella della Nigeria, firmata da Nike. Tre milioni di pezzi venduti online in meno di quattro ore, la più richiesta del Mondiale.
29) Il sorriso di Kylian Mbappé, copertina del Mondiale: l’ultimo Under-20 a segnare in una finale era stato Pelé nel ’58. E’ lui il simbolo della Francia moderna, giovane e multiculturale: «Liberté, egalité, Mbappé».
30) I festeggiamenti a Parigi e quelli a Mosca, con il diluvio improvviso, con Marcon, Infantino e tutti gli altri bagnati fradici. L’unico asciutto è Putin, al quale è stato subito dato un ombrello.
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