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Stefano Agresti per il “Corriere della Sera”
Sulla fascia da capitano c'è la data di scadenza: 30 giugno 2022. Nemmeno fosse yogurt o latte. Eppure il contenuto è prezioso, magari in qualche caso un po' stantio ma ancora importante, utile, apprezzato. È la nuova tendenza del calciomercato: sono tanti i campioni che fra nove mesi saranno senza contratto.
L'aspetto curioso, o forse inquietante, è che tra loro ci sono molti simboli, addirittura quasi tutti i capitani delle grandi squadre: lo juventino Dybala (in realtà è il vice di Chiellini, che però non è quasi mai titolare, finora solo 3 volte in 9 partite), il milanista Romagnoli, l'interista Handanovic, il napoletano Insigne, il torinista Belotti.
E Pellegrini, incoronato leader della Roma da Mourinho, era nella medesima situazione fino a una manciata di giorni fa, quando ha prolungato per 5 anni. Perché sono tutti appesi a una firma? E - soprattutto - come finiranno le loro storie?
Il Covid ha cambiato il mercato, soprattutto per i calciatori a fine contratto e già in trattativa per rinnovarlo. Il mondo si è fermato e, ovviamente, si sono fermate anche le società: prima di decidere se andare avanti con ingaggi elevati, meglio fare due conti (che già non erano floridi prima della pandemia). Così si è arrivati a ridosso delle date di scadenza e il braccio di ferro è diventato duro, estenuante, in qualche caso terribilmente teso.
Da una parte le richieste dei campioni, alcune abbastanza esose (Dybala inizialmente pretendeva 15 milioni netti a stagione, voleva essere lo juventino più pagato dopo Ronaldo); dall'altra i dubbi e i timori dei presidenti. Anche i capitani sono stati messi in discussione. E adesso gli agenti si fregano le mani, perché confidano di strappare ingaggi elevati altrove e - spostando i loro assistiti gratis - di ottenere commissioni multimilionarie.
«La fascia per me era un valore, ora non lo è più: tutti si battono per ottenere contratti migliori», osserva amaro Dino Zoff, che è stato capitano della Juve e della Nazionale campione del mondo nel 1982. «Quel ruolo è importante e dovrebbe essere assegnato non in base al numero di presenze ma alla personalità, all'abilità nel trasmettere principi ai compagni, alla capacità di confrontarsi con l'arbitro. Vedo il rugby e mi sembra che sia tutto diverso, lì sono davvero all'avanguardia per la sportività dei comportamenti».
Saranno mesi caldi per i capitani, i loro agenti, i club. Dybala, dopo una trattativa estenuante, rinnoverà con la Juve: non sarà il calciatore con lo stipendio migliore, ora che se n'è andato CR7, ma si avvicinerà ai 10 milioni (bonus inclusi) rimanendo secondo solo a De Ligt. È in bilico Romagnoli, capitano - e spesso panchinaro - del Milan: l'addio sembrava certo, la Lazio è pronta a accoglierlo, ma nelle ultime settimane c'è stata una schiarita.
Se non altro i rossoneri hanno blindato il vice, Calabria, che ha sostituito Donnarumma, onorato spesso della fascia nella scorsa stagione e poi fuggito via. Non ci sono certezze nemmeno sul rinnovo di Handanovic con l'Inter: diventato capitano dopo che Icardi è stato degradato, potrebbe essere lasciato libero. Per il vice, Brozovic, trattativa aperta e complicata: nelle prossime ore è previsto un incontro importante.
È infuocata la vicenda Insigne, perché la discussione tra De Laurentiis e il suo procuratore fatica a decollare: a Lorenzo sono interessati club italiani (tra i quali l'Inter) e stranieri. Così come è complicata la situazione di Belotti, che ha ricevuto una proposta decisamente rilevante dal Torino ma è affascinato dal Milan. Zoff non si stupisce: «È il calcio di oggi. Ai miei tempi la fascia contava davvero. Come nel rugby».
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