RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Estratto dell'articolo di Anna Messia per Mf -Milano Finanza
Alla prossima biennale dell’Antiquariato che si terrà a Palazzo Corsini a Firenze tra fine settembre e inizio ottobre ci si attende una forte presenza di clienti stranieri.
Tra i 5 mila super ricchi che hanno trasferito la loro residenza fiscale in Italia spinti dalla flat tax da 100 mila euro sembrano essercene tanti che amano l’arte italiana e sono pronti ad acquistare opere di artisti italiani per arredare le loro abitazioni nella Penisola frequentando anche mostre e fiere.
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[...] stranieri che in questi mesi hanno scelto di trasferirsi in Italia, attratti da convenienti sconti fiscali.
Una buona notizia per il mondo dell’arte italiana, e del suo indotto, che nonostante l’enorme patrimonio artistico della Penisola sconta la concorrenza di altri Paesi europei che hanno «fatto sistema», sfruttando proprio la leva fiscale e la certezza delle norme.
A partire da Parigi e dalla Francia che è il quarto Paese al mondo nel mercato mondiale dell’arte, con un fatturato di oltre 4,5 miliardi di dollari e una quota del giro d’affari complessivo del 7%, dopo gli Stati Uniti, la Cina e la Gran Bretagna.
L’Italia è in fondo alla classifica, intercettando appena il 2% del fatturato europeo dell’arte e addirittura lo 0,5% se si guarda al mondo intero. In questi mesi mentre Londra perdeva terreno per effetto della Brexit con il ripristino dei dazi import-export, Parigi ha invece guadagnato ancora spazio grazie ai significativi investimenti di gallerie e fiere internazionali e alle manovre fiscali. «L’arrivo di facoltosi investitori stranieri è evidentemente una buona notizia per il mercato dell’arte ma le disparità rispetto ad altri paesi resta evidente.
arte italiana e problema dell'iva
In Italia l’Iva sulle compravendite è al 22%. In Germania e Francia la percentuale scende al 7 e al 5,5%», aggiunge Di Castro, «Inoltre, l’aliquota del 10% sull’importazione di beni d’arte, la più alta in Europa, scoraggia gli operatori dall’importare opere attraverso le dogane italiane».
Il Paese europeo che ha saputo trarre maggiori benefici dalla Brexit è evidentemente la Francia. Parigi, a fine 2022, con l’apertura di Paris+, acquistata dalla svizzera MCH, proprietaria di Art Basel è diventata il nuovo epicentro del collezionismo e del mercato europeo.
(...) In Francia la soglia di valore al di sotto della quale basta un’autocerficazione per l’export può raggiungere i 300 mila euro per i dipinti, «ben più alta dell’Italia dove esiste un’unica soglia pari appena a 13.500».
Norme che vanno urgentemente riviste «per rendere l’Italia più competitiva nel mercato dell’arte», conclude Di Castro, ricordando che in discussione c’è la delega fiscale che potrebbe finalmente rilanciare l’ecosistema dell’arte in Italia moltiplicando gli effetti benefici dell’arrivo nel Paese di grandi patrimoni.
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