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“VOLEVO DIMOSTRARE AI CALCIATORI CHE SE FAI COMING OUT, NON SUCCEDE NULLA. MOLTI GIOCATORI MI SCRIVONO: ‘VORREI FARE COME TE, MA NON RIESCO’” – PARLA JAKUB JANKTO, IL PRIMO CALCIATORE APERTAMENTE GAY A GIOCARE IN SERIE A, CHE SI È RITIRATO A 29 ANNI PER PROBLEMI ALLA CAVIGLIA E PER STARE VICINO AL FIGLIO: “NON PENSO CHE IL MONDO DEL CALCIO SIA OMOFOBO. SE C’È UN PROBLEMA È FUORI. GLI SCEMI CHE TI INSULTANO SUI SOCIAL CI SONO SEMPRE, MA LA VITA REALE È UN’ALTRA COSA” – “PRIMA NON POTEVO VIVERE COME VOLEVO, NON MI SENTIVO ME STESSO. E POI ERANO COMINCIATE A GIRARE LE VOCI, CHE FORSE ERO GAY, E IN QUEL MOMENTO…”
Estratto dell’articolo di Paolo Tomaselli per www.corriere.it
Jakub «Kuba» Jankto ha cambiato vita a 29 anni. Basta calcio giocato, a causa di una caviglia dolorante e di un figlio lontano con cui passare più tempo: l’unico giocatore di livello internazionale ad aver raccontato al mondo di essere gay mentre era ancora in attività, è tornato a casa, a Praga. […]
Come ha riorganizzato la sua vita?
«La mia occupazione principale è curare gli investimenti immobiliari che ho fatto in questi anni e poi alleno oltre ottanta ragazzini in due società diverse, nel Dukla Praga e nel Cafc Praga, che è un’accademia dello Slavia, la squadra dove sono cresciuto prima di arrivare molto giovane in Italia, all’Udinese».
[…] Tra poco allenerà anche suo figlio, che ha 6 anni?
«In realtà lo sto già allenando nel Dukla».
Teme che in futuro possa avere qualche problema, magari con i compagni, per il fatto di avere un padre gay?
«Può succedere, gli idioti ci sono sempre. Con i piedi non è come il padre, ma io alla sua età non ero così intelligente come lui, mi creda. Ho smesso anche per essergli a fianco nella sua crescita».
jakub jankto bacio con il fidanzato
Il rapporto con la sua ex compagna com’è?
«Normale. Ma ci sentiamo solo per le cose che riguardano nostro figlio».
Quando ha fatto coming out era in Repubblica Ceca. Come l’ha vissuto?
«Il primo mese è stato difficile, perché non sapevo come avrebbero reagito le persone, ma dopo un paio di settimane ho visto che tutti mi hanno dato una mano, anche perché il mio comportamento era positivo: se mi fossi comportato male, magari sarebbe stato diverso. A Praga mi fermano un sacco di tifosi italiani e sono sempre contenti di vedermi».
[…] È giusto dire che i tre anni successivi al coming out sono stati comunque i migliori della sua carriera, perché finalmente si è sentito libero da un peso?
«Giustissimo, perché non dovevo nascondere niente, potevo andare con il mio partner ovunque. Prima non potevo vivere come volevo, non mi sentivo me stesso. E poi erano cominciate a girare le voci, che forse ero gay, e in quel momento mi sono sentito troppo male: ho deciso che dovevo dirlo e ho registrato quel video che ha fatto il giro del mondo».
Quanto deve a Ranieri come uomo e come allenatore?
«Abbiamo un rapporto speciale, ma mi massacrava sul campo (ride). Mi ha fatto giocare, crescere, con lui ho indossato la fascia di capitano della Samp: un grande onore». […]
Nell’unica intervista che ha fatto nei due anni di Cagliari, al podcast della Bbc, ha raccontato di essere stato trattato in Italia «meglio di quello che pensavo». Lo ha detto con stupore?
«Sinceramente sì. Gli scemi che ti insultano sui social ci sono sempre, ma la vita reale è un’altra cosa e quando tu ti comporti bene e rispetti il tuo lavoro, allora ricevi rispetto. E tutti mi hanno sempre voluto bene, anche ad Ascoli, Genova e Udine».
jankto con l'ex fidanzata e il figlio
A Cagliari portava il suo partner nelle uscite con gli altri giocatori e le famiglie?
«Non si usciva molto con la squadra al completo e mai con le famiglie. Lo faccio adesso a Praga, con gli altri allenatori: loro portano le mogli e le fidanzate, io porto il mio compagno. Sono felice e sto bene con me stesso».
[…] il mondo del calcio al suo interno è omofobo secondo lei?
«No, per la mia esperienza dico di no. Se c’è un problema è fuori, non dentro al calcio».
Lei disse «spero che il mio gesto serva a dare coraggio anche ad altri calciatori». In realtà non è stato così. Che ne pensa?
«Evidentemente hanno paura del giudizio degli altri, ma ognuno fa le sue scelte. Ho provato a dimostrare ai calciatori che se fai coming out, non succede nulla. Mi sono arrivati tantissimi messaggi, che dicevano “vorrei fare come te, ma non riesco”».
Da parte di altri calciatori?
«Sì, da diversi calciatori, ma non solo. Anche da tifosi o da ragazzi qualsiasi». […]
jakub jankto
jakub jankto
jakub jankto
jakub jankto
jakub jankto
jankto
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