
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
Massimiliano Nerozzi per “la Stampa”
Corre il rischio di annegare questa Juve, avvisa Massimiliano Allegri, cinguettando nell’oscurità dopo il pareggio con il Chievo: «La squadra deve crescere dentro le difficoltà, soprattutto quando la palla non entra. Si impara a nuotare solo tenendo la testa sotto».
Anche se il meno otto dall’Inter, è un po’ troppo sotto. Lo ripete ai suoi, parlando mezz’ora negli spogliatoi di Vinovo, pure con toni coloriti, ma anche a se stesso: in fondo, al timone della barca c’è lui.
Detto che non si può vivere di amarcord e favole (c’erano una volta Pirlo, Vidal e Tevez...), bisognerà ritrovare un senso di squadra, che adesso non c’è: come emerge dal confronto notturno tra l’allenatore e la dirigenza. Per dire: esiste, al momento, una formazione tipo della Juve? No, e non solo per colpa degli infortuni. Forse sarebbe saggio ripartire da qui: qualche certezza, tra le incertezze.
Mezz’ora negli spogliatoi
La Juve s’è ritrovata ieri mattina a Vinovo, compreso lo stato maggiore: all’ad Beppe Marotta e al ds Fabio Paratici s’è aggiunto il presidente Andrea Agnelli. Da cinque anni sono vicini alla squadra, figurarsi in questi giorni: «È un momento difficile - racconta Allegri - ma la costruzione delle grandi squadre passa da questi momenti».
Il tecnico l’ha spiegato ai giocatori, soffermandosi su aspetti tecnici e mentali: la Juve non sta giocando da squadra e sbaglia troppo, con le palle perse ormai prodotte in quantità industriale (con il Chievo, 140). «Bisogna lavorare per far crescere la squadra - aggiunge Allegri - e i risultati.
Quelli che fanno vedere le cose più rosee e con un po’ più di fiducia». Del resto, che sarebbe stato difficile ripartire dopo l’addio di tre fenomeni e dieci giocatori nuovi si sapeva: non fino a questo punto. «La cultura dell’alibi non ci piace - dice Marotta alla Rai - e difficoltà così accentuate non me le aspettavo». Dà un consiglio ad Allegri: «Non possiamo cullarci sulla vittorie del passato».
Senza identità
Diciamo che l’allenatore non è esente da responsabilità, secondo il club, il che è anche ovvio quando le cose non filano: non ha riscosso appeal l’atteggiamento di Roma, dove la Juve s’è presentata con l’assetto e l’indole di una provinciale.
L’impressione è che i giocatori per provarci invece ci siano: chi in Italia può far entrare dalla panchina Pogba, Cuadrado e Mandzukic? Per non parlare dei 16 tiri dentro l’area del Chievo, e zero gol: da sparo in stato di ebbrezza. Il progetto stagionale era, è, quello di iniziare un nuovo percorso, migliorando passo dopo passo: con quest’ottica si guarda alla partitona di Champions, domani a Manchester, contro i miliardari dei City.
mandzukic in juventus lazio a shanghai :
Allora, il 3-5-2 potrebbe essere più funzionale per il risultato, ma il 4-3-1-2 più logico per la crescita. Con Hernanes da regista e, volendo, Cuadrado finto trequartista, largo a destra, con due punte, che era poi una vecchia idea di Conte. Prima del decollo, Marotta imbuca un altro consiglio: «Il compito di Allegri sarà quello di far capire che la Champions ha altre difficoltà rispetto al campionato». Visto che il City non è il Chievo, auguri.
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