DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Mario Sconcerti per il "Corriere della Sera"
È stata una partita importante e non bellissima. Ricordo un solo tiro in porta di Lozano, più il gol di Ronaldo e il rigore sbagliato da Insigne. Morata era già un fuori testo. Poco comunque per parlare di grandi emozioni. Il gioco è stato attento, quasi sempre inespresso, tutti hanno bloccato tutti. Ci sono stati giocatori emergenti. A lungo è sembrato che Kulusevski potesse essere una differenza vedendo la difficoltà di Koulibaly nel valutarlo.
Altre volte è stato Lozano a portare equilibri diversi. Ma nella sostanza non è mai successo niente. Ha dato spesso piccoli segni d' insofferenza Ronaldo, come se cercasse di uscire da una gabbia di normalità che lo sta opprimendo. Era vivo e lontano, fino al gol disordinato che ha deciso la gara. La Juve ha fatto di più del Napoli, nel senso del gioco, cioè possesso del campo e ricerca di un ordine.
Ma è stato il Napoli a creare l' unica occasione e a sbagliare l' altra, il rigore di Insigne.
Sono queste incongruenze che inseguono il Napoli da inizio stagione. È una squadra completa, ma non arriva mai tutta insieme. Stavolta è mancato Zielinski, forse il giocatore che completerebbe la Juve. È mancata la qualità di mezzo, troppo scolastica tra Demme e Bakayoko, un po' alla periferia europea. È mancato Insigne sul rigore e questo vale tutto il risultato. Il Napoli conferma di essere una buona realtà ma non quella che serve per vivere davvero.
Deve ancora inseguirsi, c' è qualcosa che resta sempre un po' all' ingrosso. Ha dato risposte incomplete anche la Juve. C' è stata una reazione, ha vinto un titolo, ha aggiunto una gloria alle tante, ma non ha risolto il suo problema stagionale, se è o meno una grande squadra. Ronaldo è un suo giocatore ed è la sua differenza, ma per arrivare fino a lui il gioco è un po' strano, vuoto, ancora incompleto. La partita dice che non c' è un limite emotivo, la squadra va per la sua strada senza turbamenti. Ma ha confini tattici e di gioco che si sovrappongono. Chiesa scompare troppo spesso, la qualità degli altri non sembra mai eccessiva, c' è una aria di letture da buon salotto borghese, non c' è niente che faccia dominio.
Comunque ha vinto in un momento difficile e contro una squadra difficile.
Vedendo però nella stessa partita il resto del campionato, viene da capire perché Milan
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