
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Giancarlo Dotto per Dagospia
Si riprende a indovinare che film sarà da qui a fine maggio. Juventus e Roma sempre alleprate nell’elastico. Un punto adesso e domenica derby a Roma e Napoli in lutto, Pino Daniele nel cuore, per la Juve. Ne vedremo delle belle.
Intanto, un fatto domina la scena. Non so come sia capitato dalle parti di Lotito, una specie di lucky strike, una botta di culo, insomma, o una genialata dell’albanese, Igli Tare. Sta di fatto che oggi il più grande talento in circolazione nella nostra modesta parrocchietta si chiama Felipe Anderson Pereira Gomes, da Brasilia, 21 anni, ex gemello di Neymar al Santos.
E’ l’insieme di tutto quanto fa un fuoriclasse, il calcio sincopato, lo spartito dentro, i tempi sempre giusti, destro e sinistro non fa differenza, la botta da fuori e, quello che lo apparenta a Ronaldo, vertiginoso e, nella vertigine, palla incollata e cambi di direzione. Per me, tempo un anno, sarà tra i primi cinque al mondo.
Roma meno bella di questi tempi ma con un’anima riconoscibile e sempre più tosta e, per vincere, questo serve. Mister Bean Stramaccioni fa la mitica boccuccia a culo di gallina, ma la palla di Astori ha qualche millimetro dalla sua parte, quanto basta a Guida, l’arbitro, per magnificare le sue diottrie.
Roma con le sue certezze, Manolas, Astori e Holebas dietro, i suoi fondamentali ritrovamenti, Strootman e Iturbe, ma anche un evidente problema. Il Totti di questi tempi è più monumento che calciatore. Inutile nascondersi dietro un dito, l’idolatria che fonde visceralmente il capitano e i suoi tifosi impedisce all’uno d’immaginarsi fuori dalla Roma e ai suoi tifosi d’immaginare una Roma senza di lui. Rudi Garcia è abbastanza “straniero” per caricarsi sulle spalle il problema.
La Juventus ha perso con Antonio Conte il miglior allenatore italiano e con lui quel brutale appetito tenuto su a colpi di frusta. Gioca un solo tempo e quel Tevez che annuncia di non volersi juventino a vita non aiuta. L’Inter si scopre a Torino una parvenza di squadra. Il Sassuolo sfonda un Milan per nulla miracolato dal training di parola di Berlusconi e dall’infusione dello sbarbato Cerci. Zaza ha colpi da fenomenite acuta e Sansone è il più sottovalutato giocatore italiano.
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