
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Giancarlo Dotto per Dagospia
La Juventus guasta la festa. Non sarà il 6 giugno la finale che tutto il pianeta, eccetto la mezza Italia bianconera, voleva. Real Madrid contro Barcellona, Messi contro Ronaldo. Arriva proprio da Morata, el nino di casa, la palla avvelenata su cui Casillas, il portiere più sopravvalutato della storia, ha la reattività di un pinguino ai Tropici.
Morata esulta solo di dentro. Quanto basta. Se ne frega il mondo bianconero di come esulta. Mezz’ora per recuperare ma il Real è poca cosa, inesistente Ronaldo che non esiste oltre il rigore. Meglio così per loro. Con questo Barcellona sarebbero stati tritati e umiliati. Finisce qui la storia del mai troppo amato Carletto Ancelotti tra le merengue. E finisce, disdetta tutta sua, proprio contro la meno amata tra le sue ex squadre.
Una Juventus perfettamente in linea con la tradizione del miglior calcio italiano, grande difesa, agonismo rovente, senso della trincea e ripartenze letali. All’altezza della vicenda anche con un Pirlo in versione più che languida. Ma, beffa totale, sarà Morata il killer che il Real spedisce a Torino per suicidarsi meglio.
Caldo torrido e partita largamente al di sotto delle attese. Due animali che vogliono la stessa cosa: lo zoo di Berlino. Buffon su tutti. Nove anni dopo. Real Madrid e Juventus si buttano a corpo morto nella gabbia estrema del Bernabeu, per la voglia di accoppiarsi con il Barcellona dei Tre Assassini.
Il primo quarto d’ora di Pirlo e compagni autorizza speranze. La pallaccia di Vidal trova la mano stesa di Casillas, Pogba è un cigno statuario si scioglie via via. Il rigore dell’1 a 0 è generoso, ma tecnicamente esatto. Ronaldo muore lì.
il pareggio della juventus eff9224
Nella ripresa sono spazi che si aprono, ma la sensazione è che, in assenza di Pepe, e con una squadra che non fa squadra, il gol della Juventus arriverà prima o poi. Arriva. Una liberazione il fischio finale, ma senza mai troppa angoscia. Con il Barcellona sarà un’altra storia. Ma quando hai gente come Chiellini, Bonucci, Buffon e Barzagli e se i minuti sono solo novanta tutto può succedere.
cristiano ronaldo e sergio ramos
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