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Arianna Ravelli per il “Corriere della Sera”
Alan Shearer, l'ex attaccante recordman di gol in Premier League (260), non lo dice con cattiveria, ma come un'ovvietà con cui è meglio fare i conti: «Il rigore sbagliato lo perseguiterà tutti i giorni per il resto della vita». Roberto Baggio racconta che si sogna ancora quel tiro a Pasadena finito tra le stelle.
Harry Kane che a lungo morde la maglietta, e poi si accascia a terra in lacrime, mentre poco lontano Mbappé festeggia come se avesse segnato un gol, lo ha già capito da solo. «È qualcosa che devo affrontare e non posso farci niente. Adesso è difficile, per me personalmente e per la squadra», ha detto alla Bbc a caldo il capitano degli inglesi, un capitano poco glamour ma molto working class , della cui vita privata si sa pochissimo, forse anche lui, come il c.t. Gareth Southgate (che condivide la maledizione di un rigore decisivo sbagliato, da giocatore, agli Europei del '96, oltre a quelli che sono costati la finale di Wembley contro l'Italia) meno amato di quanto sia lecito aspettarsi. Dicono che Kane sia freddo, poco star.
Prima di questo errore, secondo uno studio, era il quinto giocatore per «abusi» subiti sui social, un record destinato ad aggiornarsi ora. Eppure Kane era stato il migliore fino a quel calcio di rigore, aveva raggiunto Rooney a 53 gol in Nazionale, e preso l'Inghilterra per mano quando era sotto di una rete.
Ed è stato a un passo dal portarla ai supplementari. Perché è vero che, se l'Inghilterra è uscita e il calcio non è tornato a casa neanche questa volta è colpa sua, ma è altrettanto vero che se è rimasta in partita fino a lì è senz' altro merito suo. «Abbiamo avuto le migliori occasioni, ma il calcio si riduce a piccoli dettagli - il racconto della sua via crucis -: come capitano e colui che ha sbagliato il rigore, mi assumo la responsabilità. Mi sentivo sicuro, semplicemente non l'ho tirato come volevo».
Il problema è psicologico e tecnico assieme, perché di fronte Kane si ritrova il suo compagno al Tottenham, Lloris, un portiere che sa leggerlo benissimo (e che, pur nella gioia della festa, ha un pensiero per lui: «Condivido il suo dolore»). E perché è la seconda volta che si presenta sul dischetto: la prima aveva tirato come fa di solito, nell'angolo preferito, ed era andata alla grande, ma la seconda? Cosa fare la seconda volta? Ripetere il gesto che viene meglio o cambiare? È quando un attaccante pensa troppo, quando cambia idea all'ultimo secondo mentre prende la rincorsa, quando indugia (Kane lo ha fatto) nel sistemare il pallone, che comincia a sbagliare.
HARRY KANE ANNULLATO DA GIORGIO CHIELLINI
«Harry pain», come scrive qualche giornale inglese - anche se non ci sono crocifissioni, né condanne, solo molto rammarico -, spiega il suo disagio: «Solitamente ci si prepara per affrontarne solo uno, ma quando ne capitano due bisogna avere un'idea su dove calciare il secondo». Lui l'ha cambiata troppe volte e ha calciato oltre la tenda dello stadio Al Bayt. L'Équipe scrive che «l'Inghilterra ha perso per tradizione». Perché anche se la crescita della squadra di Southgate è innegabile, l'abitudine a vincere dei francesi ha fatto la differenza. E l'Inghilterra per tradizione ha un conto in sospeso con i rigori.
harry kane con il rolex arcobaleno antonio conte con harry kane
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