DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Massimiliano Nerozzi per “la Stampa”
Non ci sono amichevoli, diceva Antonio Conte. E aveva ragione, se la sconfitta di ieri contro il Portogallo (1-0) potrebbe costare all’Italia il posto da testa di serie nei sorteggi per le qualificazioni al Mondiale 2018. Al solito, questione di ranking, quel numeretto che la Fifa associa a ogni nazionale, spesso con esiti curiosi, per non dire comici: a parte le grandi, dovrebbero essere nella hit anche Romania e Galles.
Gli azzurri sarebbero invece decimi, per una manciata di punti dietro la Croazia, e quindi fuori dai posti in business class, visto che la riffa per la zona europea del Mondiale, in menù il 25 luglio a San Pietroburgo, prevede nove gironi. Ahi. Il conto ufficiale lo farà la Fifa, ma il presagio non è proprio dei migliori.
ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO
«Il ct? Lo vedo ai Mondiali»
Per tutto il primo tempo, abbastanza orribile, c’è più spettacolo sulle tribune dello stadio di Ginevra, con Carlo Tavecchio che separa Aurelio De Laurentiis da Michel Platini, due che non si stimano. Le Roi, prima dell’inizio, aveva fatto il riassunto dell’annata italiana («Grande stagione della Juve») e della cronaca recente («Della svastica di Spalato si occupa la Disciplinare»).
Tavecchio aveva invece fatto la sua previsione: «Non mi stupirei di vedere Conte sulla panchina azzurra anche al Mondiale 2018». Nonostante il contratto fino al prossimo giugno. La profezia, non ha portato benissimo. Sul prato, nel frattempo, l’Italia era stata solo Pirlo ed El Shaarawy, tra lanci (il primo) e tiro a giro (il secondo). Dietro, tra Ranocchia e Sirigu, istinti suicidi neppure troppo vaghi. A parte il Faraone, davanti c’era il deserto: Candreva era rimasto sulle spiagge croate e Immobile prendeva tanti calci ma senza incidere.
Orgoglio Italia
In miniatura, ma molto, gli azzurri hanno riproposto la telemetria della partita fatta a Spalato: primo tempo di sofferenza, e qualche pasticcio; ripresa, una volta sotto nel risultato, almeno di impeto e coraggio. Anche se poi, la prima a sfiorare il gol era stata proprio l’Italia, dopo cinque minuti di secondo tempo: punizione di Pirlo, deviazione di Bonucci, palo.
Di là, fanno meglio: contropiedone di Quaresma, cross di Trivela, come da soprannome, e botta in scivolata di Eder, volate e fisicaccio. Non c’era neppure bisogno di Cristiano Ronaldo, già in vacanza, perché la verità è che il Portogallo comanda in mezzo: tra Bertolacci e Soriano, con tutto il rispetto, non si fa un Marchisio.
Oltre a svuotare il caricatore dei cambi, a Conte non resta che la tattica: allora, via con lo spericolato 4-2-4, passione di gioventù. Solo che con Pirlo e Bertolacci da mediani, più che rischiare il pareggio, l’Italia rischia il raddoppio. Finché i portoghesi s’abbassano, e non ci si affida alla carabina, di Gabbiadini e Vazquez: quasi gol. Che è poi la sintesi: quanto servirebbe un centravanti.
[M. NER.]
pirloANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO 2immobile
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