DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Giulia Zonca per “la Stampa”
Messico e nuvole e niente gare per Marcell Jacobs che avrebbe dovuto correre a Eugene, negli Usa, il 21 di agosto e invece chiude qui la stagione. Avviso via Instagram, in uno scambio con i suoi follower: «Prossima uscita?», «Ci vediamo nel 2022».
E i programmi saltano. Il suo manager, Marcello Magnani, che gestisce buona parte degli azzurri visti in Giappone, blocca subito dubbi e stupori: «Dopo una stagione così, cinque prove tirate ai Giochi e la baraonda al ritorno non c'erano le condizioni per recuperare e affrontare un'altra competizione, con un altro fuso». Era una trasferta con tanti risvolti, in casa della Nike, il suo sponsor, che ovviamente dovrà rinegoziare i termini del contratto.
Tutto rinviato?
«Calma. Marcell adesso ha bisogno di vacanze, era inevitabile un calo di tensione dopo i giorni d'oro di Tokyo. Lui e il suo tecnico, Paolo Camossi, hanno capito che era difficile ritrovare la concentrazione e l'energia. Andare a Eugene a tutti i costi significava solo rischiare infortuni. A noi interessa un progetto a lungo termine, fermarsi ora significa preservarsi».
Jacobs è uscito acciaccato dai Giochi?
«Non è infortunato, è solo provato: un sovraccarico muscolare mi sembra normale». Così rinuncia agli ingaggi da campione olimpico del finale di stagione. «Continuare vuol dire mettere in pericolo la prossima. Guardi, io ricevo 80 telefonate ogni due ore, proposte di ogni tipo e rimando tutto. Non credo nelle offerte balneari».
IL POST DI JACOBS SUL RITORNO IN PISTA NEL 2022
Prego?
«Tanti vogliono sfruttare il momento, buttano lì offerte economiche anche allettanti, ma senza nessuna idea di Jacobs. Li rispediamo al mittente e poi questi giorni di pausa dalla decisioni servono anche per costruire una squadra, quella che porta Jacobs in pista ha mostrato il suo valore, dopo il successo serve ampliare quella fuori».
Jacobs incontrerà il padre in queste vacanze?
«Ora va in Messico, stacca e basta».
La tv che spazio avrà nel futuro?
«Anche lì abbiamo detto di no quasi a tutti, c'è spazio solo per i contesti dove Jacobs può fare l'atleta e non il funambolo, poi può essere ci siano delle occasioni speciali, una singola serata in programmi di alto livello, ma nulla che comporti un impegno continuativo».
I giornali stranieri ancora la chiamano per avere risposte alle insinuazioni riguardo al doping?
«È durata 36 ore, non simpatiche, ma non solo si sono fermati, hanno fatto pure marcia indietro. Da molte parti si sono impegnati così tanto a scavare che se ci fosse stato del marcio lo avrebbero trovato».
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