EXIT PAUL – L’EX CALCIATORE DEL MANCHESTER UNITED PAUL SCHOLES LASCIA IL SUO LAVORO DA COMMENTATORE TV PER STARE PIÙ VICINO A SUO FIGLIO AIDEN, AFFETTO DA AUTISMO: “HO DECISO CHE TUTTO CIÒ CHE FARÒ SARÀ INCENTRATO SU AIDEN. NON PARLA, EMETTE SUONI. SOLO LE PERSONE A LUI VICINE CAPISCONO COSA STA DICENDO” -LA SCORSA STAGIONE, IL GIOVEDÌ SERA, FACEVO LA PARTITA DI EUROPA LEAGUE PER IL MANCHESTER UNITED, MA QUELLA È LA SERA IN CUI DI SOLITO LO VEDEVO. QUINDI, SI AGITAVA, MORDEVA E GRAFFIAVA. PENSAVO SEMPRE CHE…”

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Estratto da www.corrieredellosport.it

 

paul scholes

Paul Scholes ha preso una decisione a sorpresa: non lavorerà più in tv da adesso in poi. Il motivo? Strettamente personale. La leggenda del Manchester United, infatti, ha deciso che di stare ancora più vicino a suo figlio Aiden, 20 anni. […] ha detto l'ex centrocampista agli ex compagni di squadra, Gary Neville e Roy Keane, insieme a Ian Wright e Jill Scott, durante il podcast Stick to Football.

 

paul scholes con il figlio aiden

Scholes  entra nei dettagli: "Non parla, non può parlare. Penso che capisca molto più di quanto pensiamo. Emette suoni, ma solo le persone a lui vicine capiscono cosa sta dicendo. È autistico ed è un autismo molto grave. Tutto il lavoro che faccio ora si concentra solo sulla sua routine perché ne ha una piuttosto rigida ogni singolo giorno. Quindi, ho deciso che tutto ciò che farò sarà incentrato su Aiden.

 

Non sto più con Claire (l'ex moglie con cui ha avuto anche Alicia e Arron, ndr), ma lo teniamo tre sere a testa, e la mamma di Claire lo accudisce il venerdì sera. Facciamo sempre le stesse cose con lui perché non sa che giorno della settimana sia o che ora sia. Ma capisce da quello che stiamo facendo che giorno è».

 

paul scholes

[…] Il tempo a volte è poco, quindi  Scholes ha scelto di mollare gli impegni di commentatore in tv e registrerà solo podcast nei momenti liberi: "Tutto quello che farò ora ruota attorno a lui, lavoro in studio, ma tutto è costruito attorno alla sua giornata. La scorsa stagione, il giovedì sera, facevo la partita di Europa League per il Manchester United, ma quella è la sera in cui di solito lo vedevo.

 

Quindi, si agitava, mordeva e graffiava. Pensavo sempre che prima o poi avrei dovuto smettere. Ho avuto l'opportunità di fare il podcast e ho pensato che sarebbe stato più adatto a me. O meglio, non a me, ma ad Aiden".

[…]

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