DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Filippo Conticello per gazzetta.it
Con un piede fuori dalla Champions, appesa disperatamente alla matematica ma, soprattutto, senza anima e idee. L’Inter sconfitta dal Real Madrid a San Siro per la prima volta nella propria storia è una creatura misteriosa e fragile. Questa caduta contro il Real rischia di lasciare macerie che peseranno per tutta la stagione. Il 2-0 è uno schiaffo che Zizou, privo dei suoi due uomini più decisivi (Ramos e Benzema), dà al vecchio compagno Conte.
I problemi già evidenti in stagione diventano di colpo enormi e servirà una cura shock per uscire dall’angolo. Per andare avanti in Coppa, invece, basterebbero due vittore, buona sorte e un Real che non abbia la pancia piena. Che non faccia sconti a Shakhtar e, soprattutto, al Borussia: se sia i nerazzurri che i Blancos facessero da adesso sei punti, arriverebbero a braccetto agli ottavi.
LA PARTITA
L’Inter nel primo tempo dà beffardamente il meglio di sé. Ostenta la capacità esibita per tutta la stagione, quella di complicarsi la vita senza una logica. Non solo entra in campo priva di mordente, quasi intimorita dal blasone dei rivali, ma poi continua a sbagliare passaggi in zone pericolose e, cosa ancora più grave, mostra nervi a fior di pelle. Un incubo o giù di lì. Così prende forma un recital degli spagnoli che in mezzo schierano Odegaard a sorpresa e si affidano alla maestria di Modric.
Faticano tutti i nerazzurri, da Lautaro fino al trio di difesa: l’intera compagnia è in balia degli avversari che palleggiano, avvolgono e infilano. Questo non sarà il miglior Real della storia, ma possiede ancora il blocco di una squadra che ha dominato il continente negli anni passati. Il Real segna già in avvio su un rigore regalato da Barella (fallo insensato su Nacho) e trasformato da Hazard, ma colleziona occasioni per allungare ancora nei primi 45’: il pallo colpito da Vazquez è l’immagine di questo dominio.
Poi la pioggia si trasforma in tempesta: al 33’ Vidal regala l’ennesima follia della serata. L’arbitro non fischia rigore in area madridista per un presunto contatto sul piede del cileno e Arturo, che ha un passato polemico con i madrileni, perde la testa: nervosissimo, protesta troppo e si fa ammonire due volte in un amen. Contro questo Real in totale fiducia, c’è solo una cosa peggiore di un’Inter in bambola: un Inter in bambola e con un uomo in meno.
Di fronte a tanta isteria Conte prova a usare la ragione nell’intervallo e ridisegna la squadra con due cambi: entrano D'Ambrosio al posto di Bastoni e Perisic per Lautaro. Nella disperazione, il tecnico abiura alla difesa a tre e abbozza un 4-4-1: l’italiano fa il terzino destro e dovrebbe coprire le spalle di Hakimi, mentre dall’altro lato ci sono il croato e più indietro Young. Il povero Lukaku resta in mezzo a fare da boa e la squadra sembra coprire meglio gli spazi. Ma l’uomo in più degli spagnoli si sente eccome, soprattutto se c’è una schiacciante superiorità tecnica in mezzo.
Il secondo gol madrileno segna così la notte nerazzurra, con l’ennesima azione avvolgente: la suggella Rodrygo, appena entrato, che sorprende tutti al volo e trova anche la deviazione decisiva di Hakimi. Risalire la corrente diventa impossibile, nonostante l’ingresso di Sanchez provi a dare una scintilla. Nell’esame più importante della stagione l’Inter viene quindi bocciata senza appello: le resta una speranza di salvezza, certo, ma prima ancora servirà raccogliere queste macerie.
STORICA ATALANTA
Da gazzetta.it
Impresa storica dell'Atalanta, che sbanca Anfield (2-0) con Ilicic e Gosens e rende ancora più interessante la corsa qualificazione. E' tutto aperto: Liverpool 9 punti, Ajax e Atalanta 7. Gian Piero Gasperini ha sorpreso tutti con la formazione: nessun centravanti di ruolo in campo, ma reparto offensivo affidato alla fantasia di Gomez e Ilicic con Pessina alle spalle. Ma con questo attacco "leggero" l'Atalanta ha dominato il primo tempo in virtù di un grande pressing che ha soffocato ogni iniziativa del Liverpool.
La squadra bergamasca ha avuto anche alcune ghiotte occasioni per segnare, soprattutto con Gosens e Gomez. Gli inglesi praticamente mai pericolosi, soltanto nel finale di tempo è arrivato il primo tiro con Salah, alto. Nella ripresa il Liverpool è rimasto passivo e l'Atalanta, sempre determinata e attenta, ha sferrato l'assalto vincente.
Al 60' cross di Gomez per l'inserimento di Ilicic, che è tornato al gol dopo un digiuno che durava da marzo (anche per i problemi di salute avuti dallo sloveno). Klopp ha messo dentro Jota, Robertson, Fabinho e Firmino, ma l'Atalanta ha piazzato il colpo del k.o. con Gosens (64'). E poi ha gestito il risultato fino alla fine.
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