FLASH! - LA SCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSINA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI, CHE…
giovanni malagò foto mezzelani gmt003
La febbre dell'oro. Al momento l’Italia ha fatto una scorpacciata di argenti e bronzi ma ha conquistato due ori. Maledizione, sfortuna o c’è qualcosa da rivedere nello sport italiano alla luce dei risultati di quella che è la spedizione più numerosa di sempre?
La scherma, storico bancomat di medaglie olimpiche, è in crisi. È vero che ha portato 5 medaglie (una in più di Rio) ma dopo 41 anni si torna a casa con "zero tituli" e troppi veleni. I gloriosi tempi della cannibale Valentina Vezzali, che alle avversarie lasciava solo le briciole, sono lontani. E con l’addio di Montano, perdiamo un’altra certezza.
La ex con il dente avvelenato Elisa Di Francisca ha infilzato il ct Cipressa dopo la rimonta in semifinale subita dall’Italia femminile di fioretto e la collega Arianna Errigo: “Forse l'ultimo assalto in semifinale avrebbe dovuto farlo Alice Volpi. Arianna soffre le gare importanti, soprattutto le Olimpiadi”.
Manchiamo nel momento decisivo? Ci accontentiamo? O semplicemente gli altri sono più bravi? L’importante è salire sul podio, sostengono i cultori del piazzamento. Un bronzo vale come un oro? Suvvia, non scherziamo. Anche il barone De Coubertin si farebbe una sonora risata. Per non parlare del presidente del Coni Malagò che aveva fissato l’asticella: fare meglio di Rio che tradotto in soldoni significa conquistare più di 28 medaglie e più di 8 ori. Se il primo obiettivo appare alla portata, il secondo sembra pura utopia.
La cartina di tornasole di quest’Olimpiade finora in chiaroscuro per l’Italia arriva dal nuoto. Dalle sfide in piscina torniamo con 6 medaglie. Certamente siamo nel mezzo di un cambio generazionale dopo l’addio della Pellegrini, di sicuro la mononucleosi ha azzoppato il nostro “squalo” “Greg-oro” Paltrinieri, ma l’acuto è mancato. A vedere il numero di record italiani (8) e primati personali (13) il futuro in vasca sembra sorriderci. Ma il presente dice che dell’oro a Tokyo non c’è traccia.
Altro giro, altra corsa. È l’anno zero del ciclismo su strada, travolto dal caso Cassani. Il ct, alla guida dell’Italbici, è già tornato in Italia. L’ultima vittoria olimpica risale ad Atene 2004, con Bettini, nei Grandi Giri siamo spariti e ai mondiali abbiamo centrato solo un secondo posto negli ultimi dieci anni. Il quinto posto di Ganna nella prova a cronometro ha aperto il vaso di Pandora di un movimento in crisi tecnica e alla disperata ricerca di campioni per le corse a tappe e per le gare di un giorno.
Se non fosse stato per l’argento di Diana Bacosi nello skeet, invece, parleremmo della "Caporetto" del tiro. Dopo aver mancato la finale nell'individuale della fossa olimpica Jessica Rossi delude pure nella prova mista disputata in coppia con l'ex marito De Filippis. La portabandiera olimpica ha sentito il peso della responsabilità: “Non sono stata in grado di gestirla. Ho accusato anche la stanchezza della prova individuale e per questi motivi sono arrivata poco serena alla mista”. Già, la pressione. Altra variabile che nello sport d’alta prestazione va “allenata” e che scava spesso la differenza tra un oro e un piazzato.
Infine, quanto sono stati penalizzati gli atleti dai ripetuti assalti al Coni e alla autonomia dello sport di questi anni? Diversi Paesi che ci precedono nel medagliere hanno governi che hanno investito nello sport e nell’educazione motoria mentre da noi la riforma Spadafora ha provocato l’intervento del Cio. Senza contare la mancata definizione di ruoli e competenze tra Coni e "Sport e Salute" (che ha portato via la cassaforte dello sport a Malagò). Il diavolo si nasconde nei dettagli, e nulla va lasciato al caso nella preparazione olimpica.
Altrimenti il rischio per le tante promesse dello sport italiano è che il grande avvenire resti sempre dietro le spalle. Le parole di Andrew Howe, in questo senso, andrebbero meditate a lungo: “Sono qua a casa a guardare le Olimpiadi, e mi sono reso conto che sono stato troppo sopravvalutato – ha scritto in un post su Instagram - Gli atleti forti partecipano e prendono le medaglie alle Olimpiadi. Io al massimo ho fatto solo due partecipazioni, una a 19 anni (ad Atene, sui 200 metri) e un’altra che è meglio non parlarne (a Pechino, fuori nel lungo). Dopo tanti sacrifici mi ritrovo a fine carriera con un pugno di mosche in mano (colpa mia). Il prossimo sarà il mio ultimo anno nell’atletica, lo farò da atleta mediocre…”
malagò eletto per la terza volta alla presidenza conimalagò bach
jessica rossijessica rossi e l'ex marito
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