"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
1. LITI E URLA NEGLI SPOGLIATOI - BUFFON & C. CONTRO BALOTELLI: ‘C’È CHI NON FA NULLA’
Francesco Saverio Intorcia per ‘La Repubblica’
L’Italia si è spaccata già nell’intervallo contro l’Uruguay, quando Balotelli ha reagito stizzito agli appunti mossi da Prandelli e ha fatto scoppiare una lite particolarmente accesa. Gli ideali del ct si sono squagliati così: credeva nella forza del gruppo, per superare i limiti tecnici e di esperienza dei singoli. Invece alla fine si è ritrovato con tanti io e nessun noi, e i nodi sono venuti al pettine. In fondo, quello che temeva: che la presenza di Balotelli e Cassano potesse portare più guai che benefici al collettivo.
L’immagine pubblica, simbolo della sconfitta, è Mario che alla fine sbuca da solo, in zona mista, per primo: le cuffie in testa, come sempre, lo sguardo basso, non saluta nessuno, ci mancherebbe, molla i compagni lì, che restano dentro a parlare, chiarirsi, capire, per oltre un’ora, mentre gli uruguagi escono e brindano. Nell’intervallo, il centravanti azzurro non aveva gradito i rimproveri di Prandelli, che anche un attimo prima, in campo, approfittando di una pausa nel gioco, aveva provato per l’ultima volta a catechizzare l’inguaribile monello, abbracciandolo.
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La reazione stizzita di Balotelli verso il ct (si sussurra della presenza dei soliti oggetti volanti non identificati, una sedia spostata via con rabbia) ne ha sancito l’esclusione più dei guai fisici. E questa spaccatura viene poi certificata all’uscita, quando Mario se ne va dalla Nazionale, infischiandosene del discorso d’addio che Andrea Pirlo, 35 anni, 112 volte azzurro, campione del mondo osannato come il messia nella culla del calcio, sta per tenere al gruppo. E anche del fatto la squadra, tutta, lo stia aspettando, di ritorno dalle fatiche dell’antidoping.
Le parole sono come pietre. Ci sono quelle di Gigi Buffon, il capitano. Lui aveva già redarguito Cassano dopo l’Inghilterra, per le solite bizze di Fantantonio, tollerato più che accolto al suo rientro, dopo due anni d’assenza per motivi disciplinari. «Si sente dire che c’è bisogno di ricambi, che io, Pirlo, De Rossi, Barzagli, siamo vecchi. Ma quando c’è da tirare la carretta ci siamo sempre noi in prima fila. Questi giocatori andrebbero rispettati di più per quello che hanno fatto e quello che rappresentano ancora adesso. Quando si va in campo si deve fare: non basta più dire vorrebbe fare o farà».
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Sembra il ritratto di Balotelli, l’eterna promessa che può diventare un campione, ma a forza di se ha già 24 anni e ha fallito un altro appuntamento importante. «Bisogna sempre dare il meglio: qualcuno lo fa sempre, qualcuno no, e qualcuno forse proprio non ha di più da dare. In campo si vede chi c’è e chi non c’è». Fischieranno le orecchie, a Super Mario, sempre meno super in verità, anche quando De Rossi dirà: «Non dobbiamo trovare alibi, ma neppure dimenticare in fretta. Dobbiamo tenere bene in mente quello che è successo e ripartire da uomini veri. Non dalle figurine o dai personaggi: quelli non servono alla Nazionale».
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Assente ieri per infortunio, il romanista, che nel 2006 aveva i panni del discolo immaturo e ora è un senatore, si dice «d’accordo con Buffon. Sottoscrivo ogni virgola dei suoi concetti. Noi, è vero, incarniamo lo spirito giusto e ci mettiamo sempre la faccia. Chi non si sente di infondere lo stesso impegno e non ha la stessa passione rimanga a casa».
Dopo l’Europeo, il gruppo non volle più Cassano. Adesso, sarà dura per Balotelli far pace con i generali. E sul volo che parte stasera da Rio e atterra domani a mezzogiorno a Malpensa, ci saranno imbarazzanti silenzi.
2. SOLO E INUTILE, CAPOLINEA BALOTELLI
Alessandra Retico per ‘La Repubblica’
Le mani sul viso e sotto un inferno. Gli occhi non devono vedere quanto è lontano il mondo. Mario piange, si nasconde, quasi si cancella. La panchina è dura, è ruvida, non sognava questo legno di spine, Balotelli. Ricordate? Il ragazzo che avrebbe dovuto diventare uomo. Abbandonare i capricci, le follie, le svogliate fantasie. Invece eccolo, il cavaliere inesistente. L’uomo in meno, anzi il ragazzo sperduto.
Si era promesso a una squadra: «Non mi importa di essere una star, non voglio che sia il mondiale di Mario, ma quello dell’Italia che vince ». E a una donna, la sua Fanny, che ha voluto in Brasile con sé e in una notte d’inverno tropicale le ha giurato amore eterno. Era una sera sulla spiaggia, neanche due settimane fa. Poi tutto sciolto nella sabbia.
Non l’amore, anche se non sono stati giorni facili per i promessi sposi. Le telefonate, le litigate, i discorsi sulla loro famiglia acerba, troppo allargata per la futura coniuge. Ma non può essere tutto qui. Perché non era iniziata così. Ma con Balotelli che all’esordio segna, un’inzuccata contro l’Inghilterra che sembrava un augurio per tutti. Mario, si è detto, ci sta mettendo la testa. Anziché i muscoli incerottati dell’Europeo, con quella sua statua di rabbia che ha girato l’universo.
BUFFON PRANDELLI MONDIALI 2014
No, vedete? Addirittura sorride, lanciando un bacio dolce verso le tribune. La guerra con i suoi fantasmi, sembrava finita. «Sono sereno, sto vivendo questo mio primo mondiale in tutta tranquillità, senza pressioni. Vorrei solo andare avanti il più possibile, segnare tanti gol, certo, ma quel che conta è portare l’Italia fino in fondo». Ma proprio in fondo, giù nel baratro. Lo sa che l’ha spinta anche lui, là in fondo. Per questo si copre gli occhi, sanno che andranno a cercarlo per dirgli Mario, tu non sei mai più sceso in campo. Missing Balotelli, contro il Costarica.
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Due errori clamorosi nel primo tempo da solo davanti alla porta, una cosa non da lui. Nel secondo nessuna traccia, a parte una manata sul difensore in area. Giallo. Non è tornato più. Qui, dove avrebbe voluto diventare un altro. Non quello che deve sempre urlare e mostrare le magliette per farsi capire: why always me. Sempre tu, perché ti era stata l’occasione della maturità. «Questa competizione è diversa, non vale un campionato, una Champions, un Pallone d’oro. Quello lo vorrei vincere, è il sogno di tutti, ma non è il mio pensiero di adesso. Il Mondiale è la competizione più grande per un calciatore e io, come i miei compagni, voglio dare tutto me stesso».
Un primo tempo nullo con l’Uruguay, lanciato da Pirlo non aggancia, al 20’ già perde le staffe: fallo su Caceres, un secondo dopo su Pereiera. Giallo. Ha la palla per servire Immobile stranamente libero, la spreca tirando da fuori area alle stelle. Non sa neanche stoppare più, quei piedi a uncino si afflosciano come calzini (42’).
C’era tutto il peso dell’attacco azzurro sulle sue spalle. Così fragili che Prandelli nella ripresa l’ha tolto. Lui lì in panchina a rimuginare su tutte le promesse. Sul prato manco un riflesso della sua ombra. Nessun indizio, neanche polvere di stelle. Le mani sul viso e sotto l’inferno.
prandelli in conferenza stampa
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