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“LA BORSA DI GUCCI? NON MI SERVE CERTO PER VINCERE LE PARTITE” - A WIMBLEDON SINNER LIQUIDA ANCHE DIEGO SCHWARTZMAN E SPIEGA IL SUO RAPPORTO CON IL MARCHIO DI LUSSO: “CON LA FAMIGLIA GUCCI CI CONOSCIAMO, NON SI TRATTA CERTO DI CAMBIARE RACCHETTA O SCARPE, CIOÈ COSE CHE POSSONO AVERE UN INFLUSSO SUL MIO GIOCO, ALTRIMENTI NON AVREI FATTO QUESTA SCELTA” - IL TABELLONE, ALMENO FINO AI QUARTI, SEMBRA FAVOREVOLE PER JANNIK...
Stefano Semeraro per lastampa.it
«La borsa di Gucci? Be’, non mi serve certo a vincere le partite…». Jannik Sinner se l’è cavata benissimo alla risposta, quando gli ho chiesto se tutto il clamore sollevato dal suo ingresso in campo - e che campo, il Centre Court…- con una sacca griffata da un grande marchio della moda lo aveva sorpreso.
Foto su tutti i siti del mondo, articoli a josa, un «ritorno» pubblicitario che «lèvati». «Con la famiglia Gucci ci conosciamo, quindi era un progetto a cui ho collaborato anch’io, e che ha preso del tempo. Non si tratta certo di cambiare racchetta o scarpe, cioè cose che possono avere un influsso sul mio gioco, altrimenti non avrei fatto questa scelta».
Fare accettare il «non bianco» della borsa a Wimbledon non è stata una passeggiata, ammette, «perché si è trattato di interpellare anche l’Atp, ma onestamente in questo processo io non ho avuto un ruolo».
Battere Diego Schwartzman, amico e occasionalmente partner di doppio, è stato abbastanza banale a guardare il punteggio (7-5 6-1 6-2) «non è stato facile come non lo è mai quando c’è di mezzo l’amicizia. All’inizio eravamo entrambi tesi, poi mi sono sciolto, ho trovato un buon ritmo al servizio e ho giocato un buon tennis».
Dopo i quarti e la quasi-impresa contro Djokovic dello scorso anno tutti si aspettano molto da lui: «L’erba mia superficie preferita? Be’, un po’ esagerato dirlo, anche se io sono convinto di avere buone soluzioni su tutte le superfici. L’erba è quella su cui si gioca di meno, quindi ci vuole un po’ più di tempo per abituarsi. Ma io ho fiducia in me stesso, e sono qui per fare ottime cose. E’ una fortuna avere una mentalità del genere, se non ci credi tu per primo è difficile arrivare in alto. Poi io gioco punto dopo punto, partita dopo partita, non mi preoccupo troppo di quello che sarà».
E fa bene, anche se il tabellone, almeno fino ai quarti, sembra favorevole. Al terzo turno lo attende il vincente fra l’australiano Alexandar Vukic (87 Atp) e il francese Quentin Halys (79) , poi probabilmente Taylor Fritz, e nei quarti teoricamente Casper Ruud.
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