federica pellegrini

“LA MIA SCHIETTEZZA SPESSO VIENE SCAMBIATA PER ARROGANZA” – FEDERICA PELLEGRINI SI CONFESSA A “DEEJAY FOOTBALL CLUB”: "DA GIOVANISSIMA MI ALLENAVO A RISPONDERE ALLA DOMANDE A CALDO, TALVOLTA MI SEMBRAVA DI ESSERE DAVANTI A UN PLOTONE DI ESECUZIONE: CON IL TEMPO HO TROVATO DELLE FIGURE CHE MI HANNO AIUTATA. LO PSICOLOGO DELLO SPORT È DIVENTATO INDISPENSABILE. IO HO QUESTA FIGURA ACCANTO A ME DA QUANDO AVEVO 16 ANNI" - "PECHINO EXPRESS? UNA FATICA BESTIALE - BALLANDO CON LE STELLE? UNA GARA NON SOLO FISICA”

Da corrieredellosport.it

 

federica pellegrini

La ex nuotatrice e concorrente di Ballando con le stelle, Federica Pellegrini, è intervenuta a Deejay Football Club, con Ivan Zazzaroni e Fabio Caressa, per raccontarsi a tutto tondo, cominciando dalle ultime esperienze televisive: “Pechino Express? E’ stata un’avventura molto impegnativa - ha sottolineato Pellegrini - una fatica bestiale anche per noi sportivi. Ballando con le Stelle è un programma difficilissimo: si lavora tanto a livello fisico, ma sono abituata, vado avanti e non mollo. L’aspetto più difficile è allenare sfumature come la grazia e l’intenzione del ballo: lì devi abbracciare le emozioni, ed è la cosa più complicata da fare perché quando gareggiavo ero chiamata a fare esattamente il contrario”.

 

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“Le esperienza di vita più importanti sono arrivate dalle sconfitte piuttosto che dalle vittorie: a livello introspettivo le grandi sconfitte ti scavano dentro - ha aggiunto Federica Pellegrini - . La mia schiettezza spesso viene scambiata per arroganza: questo accadeva agli inizi, ma è un aspetto che si trascina ancora un po’. Da giovanissima mi allenavo a rispondere alla domande a caldo, talvolta mi sembrava di essere davanti a un plotone di esecuzione: dentro di te urli come non mai, ma fuori devi spiegare bene quali siano i tuoi pensieri: io vado molto sull’istinto, sono abituata a farlo, e con il tempo ho trovato delle figure che mi hanno aiutata.

 

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Lo psicologo dello sport è diventato indispensabile. Ne sono convinta da diversi anni. Io ho questa figura professionale accanto a me da quando avevo 16 anni. Quando ti viene richiesta la performance, tu devi farti trovare pronta in quel momento dell’anno e performare al 100%. Ma durante la preparazione alle gare non accadono solo problemi fisici, ma anche psicologici che possono condizionare il tuo percorso. Per me tutti i professionisti dovrebbero avere uno psicologo. Questo è un tabù che bisogna sfatare: si può andare dallo psicologo anche se non si hanno problemi”.

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