daniele lele adani

"VIERI? È CADUTA L'AMICIZIA. NON AVREI MAI INTERROTTO NEANCHE SOTTO TORTURA QUEL PERCORSO, SONO STATO COSTRETTO" - LELE ADANI TORNA A PARLARE DEGLI SCAZZI CON BOBO VIERI CHE HANNO PORTATO ALL'ADDIO SUO, DI CASSANO E VENTOLA DALLA "BOBOTV": "DA UNA COSA NEGATIVA È NATA UNA BENEDIZIONE: SIAMO MOLTO PIÙ COMPATTI ORA. CASSANO NON SI GESTISCE, ANCHE IN PRIVATO NON FA PRIGIONIERI" - " LA CREDIBILITÀ ARRIVA SE SEI OBIETTIVO: IO NON SONO SERVO DI NESSUNO, CERCO DI ESSERE ONESTO" - "GLI HATER? LI MANDO ANCHE A QUEL PAESE, MA RESTO GRATO PER LA PARTECIPAZIONE…"

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Estratto dell'articolo di Luca Bertelli per www.corriere.it

 

lele adani

L'intervista è stata piccante, come dal nome del programma "Hot Ones", condotto su Rai Play da Alessandro Cattelan. Ma le parole di Daniele "Lele" Adani non passano mai inosservate: molti lo amano, altrettanti lo detestano, non c'è molto spazio per i compromessi.

 

Il commentatore televisivo della Rai è stato però anche un difensore centrale di alto livello e, nella prima fase dell'intervista, ci ha tenuto a ricordarlo: «Negli anni Novanta in Italia c'erano i migliori calciatori, italiani e stranieri: io in nazionale sono stato convocato dal 2000 al 2004 e c'erano Maldini, Cannavaro, Nesta, Materazzi, Panucci. Stavano a casa Costacurta e Ferrara che erano titolari di Milan e Juventus. Adesso avrei fatto più partite in nazionale (ne ha disputate cinque, ndr)».

adani

 

[…] Gli allenatori incontrati per la strada: «Il mio maestro è stato Mircea Lucescu, che ho avuto al Brescia e mi ha insegnato una cosa fondamentale, ancora moderna: il marcatore deve anche staccarsi per giocare il pallone, costruire. Ora lo fanno tutti. Silvio Baldini è stato uomo, un fratello per me, mi ha fatto crescere più di tutti. La tattica me l'ha insegnata Sergio Buso nella Primavera del Modena, Roberto Mancini è diventato un amico: qualcuno invece non apprezzava la mia voglia di capire, di fare domande.

nicola ventola antonio cassano daniele adani

 

Ad esempio Gigi Cagni all'Empoli, allenatore di altri tempi che ha fatto un suo percorso ma per me era infastidito da chi voleva sapere. A me piace imparare, chiedevo le cose. Zeman è stato un terrore per gli allenamenti, il ritiro del 94 in Svizzera con la Lazio fu massacrante: io chiamavo a casa e dicevo che la Serie A non faceva per me, lui era terrificante, morivi per i giri di campo e non ti rivolgeva la parola. Passando da Brescia sono invece arrivato al grande calcio facendo un percorso diverso».

vieri adani cassano ventola

 

[…] L'AMICIZIA INTERROTTA CON VIERI, IL LEGAME CON CASSANO E VENTOLA

Per il suo percorso da comunicatore sportivo, tuttavia, decisivo è stato anche il momento di interruzione delle partite a causa del Covid: «Lì l'amicizia ha permesso, in un momento drammatico del paese con il lockdown, di creare interazioni e la gente ha trovato compagnia. Ci siamo connessi alle persone, abbiamo dato conforto. Poi è nata, cresciuta, evoluta, nella prima parte è caduta anche l'amicizia.

 

lele adani

Non avrei mai interrotto neanche sotto tortura quel percorso, sono stato costretto: ho dovuto accettarlo e sono ripartito con "Viva el futbol" (chiaro il riferimento a Bobo Vieri, ndr). Da una cosa negativa è nata una benedizione: siamo molto più compatti ora, cerchiamo nuove strade. Cassano non si gestisce, anche in privato non fa prigionieri. Ha solo un lato e quello non lo negozio, io gli voglio bene per quello, anche se non sono sempre d'accordo tra noi: la diversità è un valore. Quello che si vede non è niente rispetto a quello che condividiamo in privato con Antonio»

LELE ADANI IN MUTANDE

 

GLI HATER? «IL LUPO NON LO ADDOMESTICHI, HO FEELING CON I GIOVANI»

Adani, stuzzicato da Cattelan, ha anche parlato del suo rapporto con gli hater (e non): «Sono sempre grato per l'amore che arriva, per strada trovi gente che ti trova come punto di riferimento così come quella che ti vive con fastidio. A me piace creare interesse, spronare, aprire la mente, poi il confronto fa parte di una comunicazione efficace. L'hater lo mando anche a quel paese, ma resto grato per la partecipazione.

 

Parlare male degli amici che allenano? Se è amico capisce l'obiettività del commento, io commento l'amico per la gente e se succede comprende. La credibilità arriva se sei obiettivo: io non sono servo di nessuno, cerco di essere onesto e corretto. Io sono un lupo e il lupo non lo addomestichi, non lo porti al circo. Io non riesco a recitare neanche quando commento nei videogiochi, mi piace trovare l'engagement con i ragazzi, il rapporto con loro mi fa impazzire adesso che ho 50 anni»

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