
FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO…
Giulia Zonca per “la Stampa”
Al volo il rientro, al volo la prima partita, al volo il gol. Stephan Lichtsteiner non è certo uno abituato a stare fermo e dopo più di un mese di riposo forzato ha fretta di muoversi, di esserci, di imporsi.
Lo avrebbero operato al cuore il 2 ottobre ma il Lichtsteiner visto a Mönchengladbach non sembra proprio uno che ha ripreso ad allenarsi con la squadra solo tre giorni fa: «Come se fossi rinato? Ho lavorato due volte con il gruppo ma era importante tornare subito. È una fase delicata».
La convalescenza è uno stato che non gli appartiene, lui è dinamico, frenetico e Allegri che lo conosce non ha esitato: «Lichtsteiner c' è, magari gioca», sembrava una battuta della vigilia, giusto per movimentare le chiacchiere sulla formazione, invece era una certezza.
Prima rete
Non solo Lichtsteiner c' è, ma segna pure la sua prima rete in Champions alla 29ª presenza nella competizione e pare un segno del destino, una firma in una notte che poteva essere molto più complicata, che non è stata facile però ha dato risposte, sicurezza in classifica e un punto contro un gruppo troppo esaltato per non essere pericoloso:
«Volevo vincere ma vista l' espulsione di Hernanes dobbiamo essere più che contenti». Il Gladbach 42 giorni fa era in fondo alla classifica della Bundesliga, poi ha smesso di perdere e i successi in serie hanno scatenato l' adrenalina, tolto le inibizioni.
Lichtsteiner rallenta l' esuberanza avversaria con un colpo a sorpresa nella partita in cui è fin da subito il jolly, l' uomo extra. E continua a esserlo pure quando la Juve è in 10 perché è inesauribile, del resto lo chiamano l'«Espresso svizzero», un giocatore ad alta velocità che corre di continuo.
Recupero da record
Quando si è fermato nell'intervallo di Juve-Frosinone è stato subito chiaro che qualcosa non andava. Non riusciva a respirare, era affaticato e non poteva certo essere stanchezza, l' energia non è proprio un suo limite. Ha fatto dei controlli e la diagnosi lo ha spaventato, bloccato: aritmia cardiaca benigna.
Operazione inevitabile e tempi di recupero lunghi oltre agli ovvi dubbi che un malessere del genere si porta dietro. Si tratta del cuore e per quanto il problema sia risolvibile, Lichtsteiner fa il calciatore non il bancario anche se ha studiato per diventarlo al Credit Suisse, quando stava nelle giovanili del Grasshoppers.
Dopo l' intervento non ha più avuto brutti pensieri. Riabilitazione perfetta, tabelle rispettate e forse bastava guardarlo in faccia durante la ricognizione del campo, il giorno prima della sfida, per capire che era tornato. Lui con il montgomery, il resto della truppa in giacca, ultima prudenza dopo il periodo di riposo, però il sorriso e l' attenzione a ogni passo erano segnali.
Non stava camminando, stava pregustando il momento in cui avrebbe ripreso a correre sulla quella fascia. Non ha solo aggiunto chilometri al suo moto perpetuo, ha deciso il risultato. E pure un pezzo di stagione.
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