DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY…
Maria Strada per corriere.it
Nove vittorie a cinque. Tre sconfitte tra il 1988 e il 1989 e poi la serie di 9-2 fino al 1995, con il solo ko nella semifinale di Wimbledon '95. È l'impressionante serie di André Agassi contro un altro monumento del tennis mondiale, Boris Becker.
E c'è un trucco, in effetti, che Agassi ama raccontare. Il giorno del suo cinquantunesimo compleanno, lo scorso 28 aprile, Tennis Tv è tornata a pubblicare una vecchia intervista nella quale lo statunitense racconta di come abbia praticamente sempre sconfitto il rivale tedesco, che lo aveva battuto nei primi tre confronti: «Ero ossessionato, aveva un servizio mai visto». E quindi «videocassette su videocassette» per scoprire «uno strano tic con la lingua».
«Aveva questa routine mentre caricava il colpo: all'ultimo tirava fuori la lingua o in mezzo alla bocca, o dal lato sinistro. Se era centrale, stava servendo o centralmente o al corpo; se invece era a sinistra, il servizio andava largo». Tutto facile, una volta capito? No, il californiano ammette: «A questo punto la cosa più complicata non era rispondere al servizio, ma non fargli capire che io sapevo. Quindi dovevo resistere alla tentazione di leggere il suo servizio per tutto l'incontro, e scegliere invece quando usare l'informazione a un dato punto dell'incontro».
Beh, il segreto di Agassi è costato piuttosto caro a Becker. Ma è stato "svelato" con le carriere di entrambi finite, davanti a una buona birra all'Oktoberfest di Monaco di Baviera: «Non ho potuto fare a meno di dirglielo: "Sai che facevi questo, che tradiva il tuo servizio?"È quasi caduto dalla panca, e mi ha risposto "ogni volta tornavo a casa e dicevo a mia moglie che era come se tu mi leggessi nella testa!"».
In realtà Agassi aveva già raccontato l'aneddoto una prima volta, durante gli Australian Open 2007, commentando un match tra Roger Federer e Andy Roddick al quale Becker faceva da spettatore, ma era stato più specifico appunto nel 2017, parlando a un sito di poker sportivo del quale il tedesco era diventato ambasciatore. Chissà se altri giocatori di Texas Hold'em hanno saputo sfruttare questo «tell» clamoroso scoperto dal maestro Agassi.
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