DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giorgia Baldinacci per il Tempo
Si riserva il solito quarto d' ora accademico, il presidente della Lazio Claudio Lo tito. Poi inizia a chiacchierare e a raccontarsi, fra tanti temi affrontati e qualche immancabile citazione in latino. «Ma lo parla davvero o lo ripassa?», la battuta è sempre pronta: «E chi ce l' ha il tempo!».
Dalla cocente sconfitta nel derby contro la Roma all' offerta indecente rifiutata per il gioiello Sergej Milinkovic-Savic (e non soltanto per lui, assicura), dal caos che ha investito il calcio italiano e la Figc alla politica, visto che più di qualcuno gli ha proposto di candidarsi a sindaco di Roma. Il patron biancoceleste parla a 3600 nell' intervista realizzata dal direttore de II Tempo Gian Marco Chiocci durante il focus «Sport, modello e stile di vita», nell' ambito della manifestazione Itaca 2018, che si questioni tattiche né condizionato le scelte di formazione, ognuno ha il proprio ruolo, posso solo dare dei consigli in base a quello che vedo, perché poi è il presidente a metterci la faccia e ad assumersi le responsabilità. Se ci sono scelte sbagliate, la colpa è la mia».
Perché non ha venduto Sergej Milinkovic-Savic?
«Lo dico con tutta onestà. Avevo preso un impegno con l' allenatore che non lo avrei venduto in questa stagione, anche se ho ricevuto un' offerta importantissima il penultimo giorno di mercato, avevamo un piano per sostituirlo ma non c' era tempo. Qualche benpensante ha ritenuto di anticipare la chiusura in mia assenza (era in campagna elettorale ndr), ma la Lega con questa delibera si è condannata da sola ad avere dei danni, togliendoci la possibilità di fare operazioni fino al 31 agosto come in Inghilterra, Spagna o Francia. Quando arriva un' offerta il 17 agosto e il 18 chiudere il mercato, non potevo cederlo, ma soprattutto per la promessa fatta al tecnico: sono abituato a rispettare gli impegni che prendo».
Un' offerta da 150 milioni?
«Le cifre non si dicono ma sicuramente era un' offerta indecente che penso nessuno in Italia avrebbe mai rifiutato, lo dico senza paura di essere smentito. Non lavoro per il denaro, a me piace vincere le sfide, vedremo se ho sbagliato o ho avuto ragione a farlo. Avrei potuto vendere tanto ma non l' ho fatto».
de martino lotito foto mezzelani gmt115
Avrebbe potuto comprare di più?
«E che ci faccio con i calciatori, la collezione Panini ? Vi garantisco che tutti i giocatori della Lazio mi sono stati chiesti per cifre importanti, ma li ho tenuti.
La stima del valore della rosa è stato fatto sulle offerte che sono arrivate».
Farà lo stadio della Lazio?
«Non dipende da me, altrimenti lo avrei già fatto visto che sono stato il primo a presentare il progetto e a parlare di stadi anche se tutti ora fanno i rivoluzionari. Sapete come sono andate le cose, allora c' era un sindaco che ha fatto di tutto pur di non andare avanti, ma la vita è fatta di corsi e ricorsi.Mi credevano una meteora e invece sono ancora qua, a differenza di altri, alla fine poi il merito paga.Esistono persone perbene come me che vogliono e possono lavorare per l' interesse comune, dando riscontri ai bisogni delle persone e alle loro esigenze che vivo anche io da imprenditore».
Ha mai pensato di vendere la Lazio o ha ricevuto offerte?
«Non ho mai ricevuto proposte e la vendita sarebbe ammettere un fallimento e non sono abituato, mentre io lavoro per vincere le sfide e non per il denaro. Lo sa bene mia moglie, mi regalt) una coppa con scritto: "per tutte le sfide che hai vinto e per quelle che vincerai". Gestisco la Lazio come un buon padre di famiglia, sono l' unico presidente in Italia che non percepisce un euro.
massimo ferrero saluta claudio lotito (2)
Ho intenzione di preservare, coltivare e far crescere il mio patrimonio storico -sportivo ed economico che è questa società. Quando sono arrivato, ho eliminato gli emolumenti dal presidente in giù e tutti mi hanno guardato sconvolti, qualcuno mi ha pure detto che ero entrato in società come un elefante in una cristalleria».
I tifosi laziali e il presidente sono presi di mira dalla stampa e dalla politica prevenuta?
«Ormai domina la cultura dell' apparire e non dell' essere. Molte persone si sono fatte una bella nomea per come li descrive la stampa, ma nella vita poi sono nulla quando ti confronti su alcuni temi. Ecco, io sono di quelli che appaiono male, ho fatto una scelta tra essere e non essere. Riguardo la tifoseria, è vero che è stata al centro della cronaca per alcuni atteggiamenti non compatibili con un tifo civile e rispettoso delle regole. Oggi lo posso dire, forse la mia azione ha portato anche a un cambiamento nei loro comportamenti anche se è rimasta la nomea negativa. Poi gli altri compiono omicidi e nessuno ne parla, mentre contro i laziali si muove chiunque per la questione degli adesivi: farli passare per razzisti mi sembra esagerato. Anzi la Lazio è una delle società che fa tante cose, in silenzio, per le persone meno fortunate».
Ma prima era romanista presidente?
«Questa è un' altra invenzione che nasce da un fatto molto semplice. Quando ero ancora fidanzato con la mia futura moglie, mio suocero era proprietario della Roma insieme alla famiglia Sensi. Quindi è capitato di andare allo stadio a vedere le partite dei giallorossi con lui, ma poi l' ho convertito sulla via di Damasco e ora tifa Lazio per merito soprattutto di mio figlio. Dà lì è nata la storia di Lotito romanista, che festeggiava i gol della Roma.
Se ho mai esultato a una rete ? Ma no, serve tutto per screditarmi, pert) neanche potevo mettermi a piangere per la squadra della mia famiglia. Qualcuno dice "purché se ne parli", ma di questi tempi invece è meglio che non se ne parli affatto».
Si sente odiato dai nemici, tifosi o presidenti?
Quando uno entra in un sistema e porta delle novità, diventa oggetto di attenzione nel migliore dei casi o nel peggiore di fronde negative che cercano di ostacolare il cambiamento. Chi mi diceva, "Lotirchio caccia i soldi", ha avuto torto. Molte squadre hanno speso tanto e vinto niente, la Lazio invece ha chiuso il bilancio con 38 milioni di utili e ha la seconda performance europea come società calcistica quotata in borsa. Molti erano convinti che non avrei traghettato il club biancoceleste in condizioni di traquillità, io l' ho presa come una sfida: ho messo 150 miliardi personali per prendermi 1070 miliardi di debiti. Sono stato altamente contestato ma forse la gente adesso ha capito che la mia gestione è di prospettiva per costruire qualcosa di duraturo, non sulla sabbia ma sul cemento armato come amo dire dal primo giorno che sono arrivato».
E sulla polemica con Salvini riguardo il debito del la Lega?
«Non entro nel merito della questione, perché vorrei ricordare che quando io ho fatto la transazione con il fisco per acquistare la Lazio, contrariamente a quanto si racconta, non ho ricevuto benefici anzi ho dovuto fare una guerra atomica per attuare la legge già esistente dal 2002 contro tutti quelli che pensavano che fosse una questione per il bene di Lotito e non della Lazio. I fatti invece hanno dimostrato che se non avessi applicato quella legge, la società biancoceleste sarebbe fallita e forse avrei fatto un favore a me stesso rilevandola senza debiti che non ho neanche maturato io».
Tra i suoi nemici ci sono gli arbitri che lo scorso hanno penalizzato la Lazio?
«Parto ancora dal presupposto che quando imposti un ragionamento di cambiamento, inneschi alcune dinamiche pregresse. Insieme all' ex presidente della Figc Carlo Tavecchio, sono stato promotore di due innovazioni fondamentali che rivendichiamo e che oggi sono diventati indispensabili: la gol line technology per spegnere le polemiche sui gol fantasma e la Var. Abbiamo fatto una guerra per la moviola in campo, anzitutto in caso perché nemo profeta in patria, ancora ha bisogno di rodaggio nella sua applicazione ma una volta collaudata continuerà a migliorare. Ho anche una mia idea sull' applicazione della Var ma non è stata attuata poi vedremo in seguito».
Ai tempi della sua Figc, il calcio ha toccato il punto più basso. E ora?
«No, con me e Tavecchio ha toccato il punto più alto. Quando sono entrato in Federazione, in tre mesi ho realizzato norme che hanno innovato il calcio di trent' anni. Rivendico una legge fondamentale, quella sulle proprietà, nata da un fatto specifico ovvero il fallimento del Parma. Feci fare una norma che prevedeva che chi acquista il 10% di un club, avrebbe dovuto portare un certificato antimafia, siglando un protocollo di intesa con il ministro degli Interni. E adesso la Federazione lo chiede a tutte le società, insieme alla dichiarazione di un istituto bancario credibile che attesti la solidità economica di chi compra e l' estraneità del proprietario a reati come doping, truffa o appropriazione indebita».
Le ä stato proposto di diventare il sindaco di Roma?
«Più volte mi è stata presentata la questione da tante persone, anche con posizioni politiche diverse dalle mie perché hanno visto che evidentemente sono un buon amministratore.
Ma adesso c' è la sindaca Virginia Raggi, tutti conoscono il suo operato».
E la soddisfa il lavoro della sindaca?
«Io mi occupo di sport, la città di Roma non ha bisogno di un politico ma di un amministratore e il migliore è quello che lo dimostra con i fatti e non fa parlare di sé. Non faccio riferimenti alla politica ma agli interpreti della stessa, se mandi a governare qualcuno che fino a ieri non ha gestito neanche casa propria che soluzioni possono dare alla gente?».
Comunque le piacerebbe fare il sindaco di Roma?
«Io mi occupo di sport ma se me lo chiede è perché individua in me capacità di amministrazione e un piccolo contributo tecnico posso darlo. Faccio spesso la spola con Milano e mi rendo conto che negli ulti mi quindici anni, la Capitale è diventata il fanalino di coda in tutto ed è cambiata proprio la proporzione tra città. Dal punto di vista personale non lo farei, non sarebbe facile con il mio carattere, sono combattivo e non cedo su niente».
Ma i romanisti la voterebbero?
«SI che mi voterebbero, questo non è vero, è un' altra favola che hanno messo in giro. Quando mi sono candidato in Campania (Caserta, Benevento e Avellino), sono stato accolto benissimo in terre dove nessun politico del territorio finora era mai stato, e la coalizione ha preso un numero di voti spaventoso.
Anzi tutti vorrebbero che tornassi a disposizione per quel territorio, ho visto spaccati di vita assurdi - gente che camp ava con 200 euro al mese con persone totalmente sfiduciate dalle istituzioni. Ho conquistato la loro fiducia e al mio arrivo hanno fatto anche i fuochi d' artificio, questa è la mia grande soddisfazione. A me piace il rapporto con la gente e diventare la persona che interpreta le loro esigenze, per farlo deve indossare un saio e adottare la famosa massima benedettina "ora et labora" perché di questi tempi chi va a ricoprire incarichi politici trasforma la res publica in re privata
de vrij lotitosandra lonardo mastella claudio lotito
CLAUDIO LOTITO IN CAMPAGNA ELETTORALECLAUDIO LOTITO IN CAMPAGNA ELETTORALE CLAUDIO LOTITO IN CAMPAGNA ELETTORALE lotito e nepi molineris mezzelani gmtCLAUDIO LOTITO IN SINAGOGAnepi lotito e luigi carraro mezzelani gmtluigi de siervo e claudio lotito LOTITO 3LOTITO 2LOTITO 1Lotito Agnelli-TARE LOTITOluigi de siervo e claudio lotitolotito venturalotitomastella e lotito
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