DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
Guido De Carolis per il “Corriere della Sera”
Nonostante il tentato golpe di Claudio Lotito, determinato a rinviare il rinnovo delle cariche della Lega con l' auspicio di ostacolare l' ingresso dei fondi, la Confindustria del pallone si dota di una governance.
Al termine di una giornata infinita, Paolo Dal Pino alla seconda votazione e con 14 preferenze viene confermato presidente della Lega di A, carica che si riserva di accettare dopo aver verificato «se esisterà una progettualità condivisa». L' accettazione non è scontata dopo che alla prima tornata solo 10 erano stati i voti a favore, a fronte di 8 schede bianche e due nulle.
«Gli incarichi in quanto tali non mi interessano» ha dichiarato furibondo il numero uno di Via Rosellini che lasciando la stanza della riunione ha informato i presidenti di ritirare la propria candidatura. Nella bagarre i manager si sono divisi fra i pontieri (Agnelli, Scaroni e Fienga impegnati a convincere i colleghi dell' importanza di rimettersi al tavolo e trovare un' intesa) e i cospiratori.
claudio lotito foto mezzelani gmt026
Il più abile a muoversi fra i corridoi è stato il presidente della Lazio che pregustando di essere riuscito ancora una volta a paralizzare i lavori della Lega addirittura convinceva Fenucci del Bologna a inviare una pec per ufficializzare il ritiro dalla corsa alla poltrona di consigliere federale. La maggioranza dei club ha voluto però proseguire i lavori e dopo la riconferma di Dal Pino, con 15 preferenze ha appoggiato De Siervo come ad. «Quella forzatura è stata necessaria perché qualcuno aveva frainteso di poter contrattare con il management» dirà al termine De Siervo.
Nominati poi quattro consiglieri di Lega - Scaroni, Percassi, Setti e Giulini -, due consiglieri federali - Lotito e Marotta - e i cinque manager che siederanno nel cda della media company (De Laurentiis, Agnelli, Campoccia, Fenucci e Fienga).
Dal Pino, che gode di un ampio appoggio che va dalla Juve al Torino passando per Milan e Inter, si rifiuta di credere che l' ostracismo dei detrattori si spingerà oltre. «Il senso di responsabilità deve caratterizzare tutti. Si può essere masochisti ma fino a un certo punto...». Intanto ieri notte ha inviato ai presidenti in visione copia del contratto con il consorzio Cvc-Advent-Fsi, non prima di essersi espresso con forza contro la SuperLega.
«Siamo fermamente contrari».
Sul tema si è pronunciata con fermezza la Fifa che, dopo l' incontro a Torino tra il presidente della Juve e dell' Eca Andrea Agnelli e quello del Real Madrid Florentino Perez per discutere di SuperLega, ha diramato un durissimo comunicato. «La SuperLega non verrebbe riconosciuta in alcun modo. Qualsiasi club o giocatore coinvolto nel torneo non sarebbe (successivamente) autorizzato a partecipare a manifestazioni della Fifa o della federazione d' appartenenza».
In altre parole, chi aderisce a una futura SuperLega rischia di restare fuori da tornei consolidati, come Champions League, Europeo, Mondiali, Coppa America o Libertadores. Agnelli dopo essere stato tra i promotori della riforma delle coppe, idea osteggiata dalle federazioni nazionali e dalla Uefa, da guida dell' Eca non rinuncia al progetto di un torneo chiuso fra le migliori 20 big d' Europa. Ma la Fifa alza la voce.
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