DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Franco Vanni per la Repubblica
Più dell' intesa telepatica, tale da ritrovarsi in spogliatoio con la stessa t-shirt addosso, come ragazzini in gita scolastica. Più della complementarità decisa da madre natura, con Lukaku sinistro di piede e Lautaro destro, il segreto della coppia d' attacco più prolifica dell' Inter negli ultimi 30 anni (22 gol equamente divisi, in 13 giornate di campionato e 5 di Champions) è da ricercarsi nella tattica.
Ne è convinto Aldo Serena. «A spiazzare le difese è il fatto che Lukaku, centravanti di peso, parte largo - dice il bomber dell' Inter del Trap - mentre Martinez, leggero e mobile, occupa l' area.
Sono la classica coppia il grosso e lo smilzo , ma schierata alla rovescia. Questo fa perdere la bussola a ogni difesa, o quasi».
Serena e Ramon Diaz nell' 88/89 a questo punto della stagione di gol ne avevano fatti 11. Dopo la vittoria di Praga, Testina d' oro non ha dubbi: «Facendoli giocare al contrario della logica, Conte ha avuto un' idea geniale e rivoluzionaria». Per cercare la chiave del gioco simbiotico e telecomandato delle due punte da 34 punti in Serie A, non bisogna quindi rifarsi allo schema centravanti-seconda punta, come Charles e Sivori nella Juve di fine anni 50. O Andersson e Baggio nel Bologna di quarant' anni dopo. O anche Pellè-Eder nell' Italia contiana.
Conte ha evoluto il suo gioco, Lukaku e Lautaro sono qualcosa di nuovo. «Mi ricordano più Vieri e Ronaldo», è il paragone pesante di Spillo Altobelli. «Confrontare il belga e Bobo non è una bestemmia, per come gioca spalle alla porta e per la facilità con cui trova la rete. Quanto all' accostamento con il Fenomeno, oggi solo Messi è più forte di Lautaro». Messi, che fra Liga e Champions fin qui ha segnato 10 gol, come Suarez. Messi, che con Martinez fa coppia in nazionale e lo ama al punto da volerlo al Barcellona. «L' Inter non deve cederlo per meno di 250 milioni, è più forte di Neymar - continua Altobelli -. Nessun attaccante in Europa pressa così il gioco avversario. A Praga l' ha dimostrato ».
Nella notte dell' Eden Arena, Lautaro ha fatto un assist per il compagno e due gol, che portano il conto personale in stagione a 11, nove dei quali segnati nella prima mezz' ora, confermando il super potere di sapere entrare in campo già pronto. Nella storia speculare dei due, Lukaku degli 11 gol segnati (mercoledì il primo in Champions) 9 li ha fatti fuori casa.
Lontano da San Siro è più forte di tutto, anche dei buu che ha sentito dalla curva dello Slavia, tanto da invocare «l' intervento deciso della Uefa contro la vergogna del razzismo».
Eto' o e Milito a questo punto della stagione, nell' anno del Triplete, insieme erano arrivati a 15 gol. Lo stesso bottino di Ibrahimovic e Crespo nel 2007/08, mentre l' anno dopo Ibra e Adriano si fermarono a 10.
Con Vieri, Crespo fino a mercoledì scorso aveva il record di 20 reti in tandem alla 13ª di campionato, coppe comprese. Lautaro ha anche raggiunto il connazionale, che è un suo grande estimatore, ed Eto' o a quota 4 gare di Champions con gol di fila.
Martinez contro lo Slavia lo ha fatto con una doppietta, e parte del merito è di Lukaku.
Nel gelo di Praga, i due si sono abbracciati in ginocchio dopo l' 1-0, segnato dal 10 su assist del 9. Si sono presentati mano nella mano sotto la curva dopo il tris dell' argentino.
«Conte è riuscito a farli giocare l' uno per l' altro - dice Serena - guardano al compagno come alla porta. Il carattere li aiuta, Lukaku è maturo e carismatico, Lautaro giovane e disposto a imparare». E dire che la coppia delle meraviglie Conte non l' aveva progettata. Sognava un attacco a due torri, con Dzeko al fianco del belga, sul modello di Hurst e Hunt nell' Inghilterra anni 60.
Ma il bosniaco non è arrivato, per 5 milioni di euro che la Roma pretendeva e Marotta non era disposto a spendere. Da quei milioni risparmiati è nata l' opzione di riserva, diventata in tre mesi il migliore attacco della recente storia nerazzurra. E Alexis Sanchez, voluto così fortemente dall' allenatore, quando rientrerà dall' infortunio dovrà lottare per trovare spazio.
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