DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Luca Beatrice per “il Giornale”
Anche solo a leggere le prime pagine di Radiogol, il memoir di Riccardo Cucchi (esce il 6 settembre per Il Saggiatore) dedicato a trentacinque anni di Tutto il calcio minuto per minuto, è impossibile non provare un brivido di nostalgia per i tempi in cui era la radio a raccontare le partite in diretta, che si giocavano contemporaneamente la domenica pomeriggio.
Bisognava aspettare le 18 per vedere le prime immagini a Novantesimo minuto, poi alle 19 un tempo della partita di cartello e finalmente, dopo le 22, la Domenica Sportiva.
Solo e soltanto sulla Rai. Sembra preistoria, eppure per decenni questo è stato il calcio in tv. Impensabile nel nostro presente, con la Serie A che ha venduto i diritti a piattaforme diverse.
L'idea, forse, era quella di spalmare il campionato su diversi giorni e diverse fasce orarie per consentire, in teoria, di seguire tutte le partite. Col risultato possibile di perdere quella che interessa di più. E quello certo di spendere una cifra ragguardevole che si aggiunge alla spesa per l' abbonamento allo stadio.
Alla fine dell' anno saranno oltre 2.000 euro sottratti al mio portafoglio di tifoso. Non a caso era stato coniato il termine «calcio spezzatino». Ora tale riferimento culinario è persino superato. Che fare con DAZN, prima piattaforma calcistica sul web? Il mese gratis di prova? Abbonarsi tutto l'anno (altri euro da sommare alla costosissima Sky)? Cercare un bar attrezzato o chiedere all' amico più tecnologico? Insomma, se non andrò al Tardini, dove diavolo vedrò Parma Juventus il prossimo 1 settembre?
Intendiamoci, le piattaforme tv fanno il loro lavoro. Il punto è che questa frammentazione peggiora di molto la fruizione. A costo di sembrare passatista, che non è proprio la mia indole, dichiaro senza mezzi termini che il calcio così mi fa schifo. E non solo a me, ma a quasi tutti gli utenti già sufficientemente incarogniti dall' incognita Champions League, e giù a comprare decoder e stipulare nuovi abbonamenti. Temo sia una battaglia persa ma non voglio cedere all' ennesimo ricatto imposto ai tifosi. Aspetterò i «risvolti filmati», come li chiamavano Cucchi, Ameri, Ciotti, eroi veri del pallone, le voci della mia giovinezza felice.
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