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LA CRISI DELLA JUVENTUS SEGUE IL DECLINO DEGLI AGNELLI - IL PROBLEMA NON È L’ALLENATORE E L’ESONERO DI TUDOR LO CERTIFICA: LA CACCIATA DEL TECNICO CROATO ARRIVA AL TERMINE DI UN QUINQUENNIO IN CUI, DAGLI ADDII DI ALLEGRI E MAROTTA AGLI ARRIVI DEI VARI CRISTIANO RONALDO, PIRLO, THIAGO MOTTA, TUTTO NEL MONDO BIANCONERO È CAMBIATO. IL CLUB NON È PIÙ UNA FUCINA PER LA NAZIONALE, NON È PIÙ UN PUNTO DI ARRIVO ED' E' UN PESO PER LA FAMIGLIA ELKANN - CIRIELLO: "LO STRAPPO DEFINITIVO SAREBBE QUELLO DI CAMBIARE PROPRIETÀ"

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Marco Ciriello per "Domani" - Estratti

 

Tardi e male, non l’esonero di Igor Tudor, ma i conti con la propria identità.

 

Questo è il primo dei grandi problemi per la Juventus degli ultimi cinque anni. Via Max Allegri, non ieri, ma nel 2019, per prendere Maurizio Sarri, l’ultimo dei pensieri nell’identità juventina, infatti non gli basta vincere lo scudetto, viene sostituito da Andrea Pirlo (...) che pure mette in bacheca una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, niente di che rispetto al tempo presente di allora, un grandissimo risultato oggi, come appare la Coppa Italia vinta da Allegri nel 2024.

 

Poco, per una squadra che gioca per vincere, respira per vincere, vive per vincere, ecco l’identità.

 

igor tudor

Per vincere occorre pragmatismo, dominio della tattica, della psiche e del campo, oltre al potere per prendere sempre i migliori calciatori, potere economico e di contrattazione, essere i migliori per avere i migliori.

 

Una nuova normalità Il blocco Juventus era la base della Nazionale italiana nel 1982 e nel 2006 vincendo i Mondiali, con a capo, la seconda volta, anche un allenatore che con i bianconeri aveva vinto tutto, Marcello Lippi, e la cui identità coincideva con quella della squadra, pur non appartenendosi si erano annodati sul campo, cosa che non è più accaduta nemmeno con Allegri. I due portieri juventini della Nazionale, Zoff e Buffon, sono i grandi portieri del secolo italiano, tanto che oggi Gigi Donnarumma gioca a Manchester e non alla Juve.

 

Piccoli indizi che raccontano la lunga crisi Juve. Ce ne sono state diverse, tempi d’interruzione che hanno funzionato da semina a maggese per poi ridare il grano e i titoli. Ma questa volta sembra differente, anche perché è il calcio italiano a suonare un tono sotto. E per capirlo basta guardare alle difficoltà della Nazionale, con pochi juventini e nemmeno tra i migliori. Dopo Pirlo torna Allegri, vince una Coppa Italia, ma accade un fatto che è uno strappo identitario, uno dei tanti, viene esonerato.

andrea agnelli john elkann

 

Arriva Paolo Montero, un interim di due giornate. Poi viene preso Thiago Motta, altro strappo identitario, questa volta per la scelta del linguaggio calcistico.

 

Esonerato anche lui, per Igor Tudor, a sua volta esonerato. Tre anni, tre allenatori, tre esoneri.

Ecco la Juventus della normalità.

 

Che cambia nomi di dirigenti, un valzer, lo strappo definitivo sarebbe quello di cambiare proprietà. Forse non accadrà mai, chissà, ma intanto è cambiata l’identità.

(…)

Invece, Andrea Agnelli prese Cristiano Ronaldo, e la Juventus perse l’identità, diventando la Ronaldo Futbol Club, senza riuscire a vincere la Champions League. Quindi il problema è identitario prima che societario, e poi viene la panchina e infine il campo.

Ma, come ha detto Alex Del Piero, uno che potrebbe essere il nuovo Boniperti, non è che con un allenatore diverso questa Juventus potrebbe vincere lo scudetto. Poi magari arriva Luciano Spalletti e vince un altro campionato, però l’impressione è che Del Piero colga nel segno.

 

andrea agnelli con john elkann

La Juventus ha bravi calciatori, ma non ha più un blocco italiano da aviotrasportare in Nazionale, ha dei bravi calciatori stranieri, Yildiz forse diventerà un campione, ma intanto quello che è già grande e decisivo, Nico Paz, gioca col Como. Tonali gioca al Newcastle, il resto dei calciatori italiani che sono vette o gioca in Premier League o nell’Inter, e questo dice più dell’allenatore sbagliato.

 

Un peso e un ricordo Uno dei migliori dirigenti al netto della sua invasività verbale sugli arbitri (o forse proprio per questo), Giuseppe Marotta, ha lasciato i bianconeri, e oggi è all’Inter. Sono tanti gli strappi, le migrazioni, gli abbandoni o le cacciate, e la somma di tutto dice che la Juventus non è più un punto di arrivo.

 

andrea agnelli con john elkann

Quando Silvio Berlusconi, l’ultimo vero grande innovatore di calcio e di identità in Italia, si prese il Milan sapeva che il potere da vincere – non pensava di abbatterlo per quanto poi accadde – era la Juventus, come Gianni e soprattutto Umberto Agnelli sapevano che la Juventus era un sindacato dalla loro parte, una istanza sociale da usare contro le istanze sociali vere.

 

Quando la Juventus era un elemento politico.

 

Oggi appare un peso per la famiglia Elkann e un ricordo per il calcio italiano. E con l’identità ha perso anche la capacità di vincere, che è fatta di lenta costruzione e dettagli, di tempo e fatica, dove i soldi aiutano, ma non bastano, ci vuole un po’ anche di passione come cantava De André.

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