COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Lorenzo Franculli per gazzetta.it
Senza lieto fine, ma poco importa. La QAlex 20k ha segnato il ritorno in gara di Alex Schwazer ad Arco (Trento) dopo 8 interminabili anni di squalifica per la seconda positività al doping. Era una gara contro se stesso: 50 giri di pista marciando. Ma davanti a qualche centinaia di persone, alla sua famiglia e sotto gli occhi del suo allenatore Sandro Donati, il campione olimpico della 50 km a Pechino 2008 si è fermato poco dopo aver superato i 13 chilometri, sconfitto dal mal di schiena. Ma andiamo con ordine.
In pista, a marciare assieme ad Alex, c'era solo un atleta master di 42 anni Damiano Barbieri dell'Asd Risorgive, Nessun altro. La gara si è svolta con una regolare giuria di marcia, anche se il risultato non sarebbe stato ritenuto valido per il ranking internazionale, ma comunque, certificato per la graduatoria Fidal.
Schwazer, sotto la pioggia, è partito bene: la sua tecnica appariva fluida con buon movimento di spalle: il suo passaggio al quinto chilometro è stato di 20'36", di 33'32" all'ottavo km, di 42'14" al decimo. Parziali di tutto rispetto. Ma l'atleta 39enne appariva già sofferente per via del suo dolore alla schiena, una sciatalgia che da qualche settimana non gli ha dato tregua. Ed ecco che è arrivata la resa. Alex ha alzato bandiera bianca.
"Avrei voluto disputare le Olimpiadi quest'anno. È stato incredibile vedere tutte quelle persone in tribuna qui ad Arco di Trento. Questi otto anni sono stati allucinanti, avevo i brividi a tornare in gara, anche con forti dolori alla schiena. Volevo essere qui a tutti i costi per i miei figli (Ida e Noah che non lo avevano mai visto gareggiare prima), purtroppo ho una forte sciatalgia da tre settimane, non volevo dirlo perché avevo paura che mi fermassero". E poi: "In riscaldamento è stata tosta - ha aggiunto Schwazer -. Non riuscivo a poggiare il piede dopo il quarto chilometro, avevo grossi problemi. Ultima gara da atleta? No, atleti si resta sempre. È una cosa che hai dentro, come un artista, un musicista, sei atleta dentro".
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