
COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER…
Alessandra Paolini per “la Repubblica - Roma”
Al circolo Canottieri Aniene la notizia arriva come un fulmine a ciel sereno tra chi all’ora di pranzo si sta godendo il sole caldo di un mercoledì che sembra il poster della primavera a Roma. «Malagò lascia a fine anno». È un lampo.
E la saetta si abbatte sui campi da tennis dalla terra battuta ad arte, su quelli di calcetto dove è appena cominciata la partitella. E si schianta sulle acque del Tevere, splendente come non mai per chi in canoa si è appena fatto una bella vogatina dimenticando affari, mogli e tutto il gran caos al di là degli argini.
«Non è possibile. Non può mollare » è la prima reazione dei soci abituati da quasi vent’anni a vedere quel pezzo d’uomo di Giovannino entrare ogni mattina al circolo alla fine dell’Acqua Acetosa e salutare tutti, ascoltare tutti, accontentare tutti. E poi via nella stanza del consiglio per lavorare. Tanto. Anche dopo essere diventato presidente del Coni. Anche dopo aver cominciato a seminare per la candidatura olimpica della capitale.
Con lo stesso disincantato entusiasmo con cui, anno dopo anno, ha definitivamente consacrato il suo circolo come miting point di tutta la Roma che conta. Il circolo più importante d’ Italia. Dove ci si iscrive, sì, per fare sport (e i campioni che escono da qua sono tanti), ma dove si fanno incontri, si tessono affari, si sanciscono sodalizi. Con nonchalance, tra una mano di Gin e una sudata a padel.
Incredulità, dolore. Sulla faccia dei soci ieri si leggeva questo. Specie su quelli più giovani che in Malagò vedono un esempio da imitare. È il manager, l’amico, il potente senza spocchia e il tu d’ordinanza dato a chiunque perché ha spiegato lui stesso: «qui nessuno deve sentirsi chissà chi». Ora è il presidente che non si sa con chi sostituire. «È’ unico ». «E speriamo almeno accetti la presidenza onoraria».
Ma tra gli iscritti in realtà la sottile speranza che possa ripensarci, c’è tutta. Presentandosi a fine anno per l’ennesimo plebiscito di consensi. Come difficilmente accade negli altri circoli romani, dove la lotta alla dirigenza è sempre all’ultimo coltello.
E a sferrare il colpo finale, è spesso Bruto.
Malagò ritornerà sui suoi passi? «Sarà difficile», racconta chi lo conosce bene. Del resto l’annuncio non è arrivato a caso. Lo ha fatto durante il consiglio nazionale del Coni, in seguito alla positività a un test antidoping riscontrata a Niccolò Mornati, canottiere tesserato proprio all’Aniene.
«È una cosa che mi ha molto ferito e fatto riflettere - ha detto Malagò - per questo ho fatto una scelta personale e, anche se non c’è alcun conflitto d’interessi, ho deciso che il mio mandato da presidente del circolo si concluderà nel 2016. È’ una scelta dolorosa, l’Aniene è la mia famiglia ma arriva un momento in cui bisogna prendere una decisione e portarla avanti con coraggio».
Già, la famiglia. Resterà unita? «Nulla sarà più come prima», si lamentava qualcuno ieri, mentre seduto sul divano di pelle nel salone principale tutto in boiserie, buttava giù un ultimo drink della serata.
Piscina del circolo aniene
MALAGO AL CANOTTIERI ANIENE
Ristorante del circolo Aniene
cc aniene foto mezzelani gmt
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