DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
"Lo sbarco a Fiumicino" e "resistere 183 giorni a Leningrado" potrebbero essere due buoni titoli al cinema. Ma di guerra qui non si parla. Piuttosto di futuro (non fantascientifico), quello di Roberto Mancini e del suo staff. Dello sbarco si è già visto un trailer: quello condiviso sui social in cui il generale Mancio, giacca in spalla e ciuffo al vento, marcia lungo il Terminal degli arrivi di Roma. Insieme a lui il tenente Gregucci, o scelga lui il grado, fedele collaboratore e allenatore in seconda. «È arrivato in città per prendersi la panchina della Nazionale: firma a maggio».
E qui arriviamo ai 183 giorni di Leningrado. Resistere in Russia non per difendere la sua libertà, quanto piuttosto i suoi soldi. Infatti tra il dire e il fare, c'è di mezzo un mare - azzurro - di tasse da pagare. Quelle che Mancini dovrebbe versare all'Erario italiano in caso di interruzione anticipata del suo contratto di lavoro con lo Zenit San Pietroburgo. Un complesso nodo fiscale che i commercialisti dovranno sciogliere, magari facendo una telefonata ai colleghi che hanno assistito Spalletti in passato.
Mancini, che ha vinto il ct-ballottaggio con Ancelotti (Carletto resterà fermo un anno se non si libererà una panchina "gradita" in Premier League), ha un contratto importante con i russi: 6 milioni di euro. La fiscalità russa consente all'allenatore di Jesi di risparmiare il 20% sul suo ingaggio a patto che resti 6 mesi nel paese del suo datore di lavoro, lo Zenit. In caso di fuga anticipata, Mancini perderebbe queste agevolazioni e anzi, in Italia, lo aspetterebbe un +25% da pagare ai nostri cassieri di Stato. C'è una possibilità però. Secondo il fisco russo, i 6 mesi di cui sopra non sono da spendere consecutivamente nei confini nazionali. E' possibile infatti collezionarli a "rate" ma, calendario alla mano, dalla fine del campionato russo (13 maggio) fino al 31 dicembre 2018, il nuovo ct avrebbe disponibili meno di 20 giorni in Italia.
Le strade a questo punto sono due: o Mancini deciderà di guidare la Nazionale da un ufficio sulla Prospettiva Nevsky oppure bisognerà trovare uno bravo tra gli uffici del Caf di Coverciano.
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