mateo retegui

"QUANDO HO SAPUTO CHE MANCINI MI VOLEVA, IL MIO SÌ È ARRIVATO VELOCISSIMO. NON HO NEMMENO PARLATO CON IL C.T." - MATEO RETEGUI PARLA DEL SUO ESORDIO IN AZZURRO: "UN SOGNO. HO PROVATO A SFRUTTARE AL MASSIMO OGNI GIORNO PER CONOSCERE L'AMBIENTE E INIZIARE A CAPIRE IL CALCIO EUROPEO" - "IL PRESIDENTE DEL TIGRE HA DETTO CHE A LUGLIO POTREI ESSERE CEDUTO. MI PIACEREBBE VENIRE IN ITALIA. L'ITALIANO? IN REALTÀ LO CAPISCO PERFETTAMENTE E LO PARLO GIÀ. MA…"

Estratto da www.calciomercato.com

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Mateo Retegui si raccontra fra passato, presente e futuro. L'attaccante argentino naturalizzato italiano, 24 anni il prossimo 29 aprile, ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Prima di scegliere il calcio, giocavo a hockey. […] Oggi mi sento un giocatore molto più completo. Amo e cerco la pressione, non mi fa paura. Anzi, più pressione ho addosso e meglio reagisco. […]".

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IL FUTURO

"Il presidente Melarana ha detto che a luglio potrebbe essere probabile che io venga ceduto. A me piace molto l'idea, è un sogno per tutti quelli che giocano a calcio, i più grandi sono in Europa. Per quale squadra italiana tifo? Ah, tante. Ci sono grandissimi club, mi piacciono tutti. L'Inter? Non c'è niente di concreto e non so cosa stia succedendo, è papà che si sta occupando del futuro[…]

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Un derby di mercato per me a Milano? Non so se sia vero. […] Mi piacerebbe molto venire in Italia, ma è ancora molto presto. Però sarebbe bellissimo diventare un protagonista del campionato, uno che segna tanti gol. Come mi piacerebbe segnarne tanti anche per l'Italia, una delle nazionali più importanti della storia".

 

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LA NAZIONALE

"Un giorno a inizio anno stavo tornando da un allenamento e papà mi chiama per dirmi che aveva una notizia molto importante. Ma non mi sarei mai immaginato una cosa così, nemmeno nel più bello dei sogni avrei potuto pensare di giocare per l'Italia, a Napoli, nello stadio che porta il nome di Diego Armando Maradona. […] Avrei solo voluto vincere, sarebbe stato il debutto perfetto. Non appena papà mi ha detto che Roberto (Mancini, ndr) mi voleva, il mio sì è arrivato velocissimo, non c’era molto da pensarci. Non ho parlato con Mancini prima di venire in Italia, lo ha fatto solo mio papà.

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Con Roberto abbiamo poi parlato tanto a Coverciano, soprattutto di tattica e di come lui intende giocare. Devo ringraziare lui, tutto lo staff tecnico e i miei compagni per come mi hanno accolto e fatto sentire. Non mi sarei mai immaginato di vivere tutto questo. Ho provato a sfruttare al massimo ogni giorno per conoscere l'ambiente e iniziare a capire meglio il calcio europeo[…] . Si adatta a me, mi piace molto. Adesso l'obiettivo è di prepararmi ancora meglio a livello fisico e mentale se l’Italia mi dovesse richiamare.

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È una squadra dura, molto fisica, mi piace molto. So che adesso tanti hanno molte aspettative su di me, ma io ne ho altrettante di giocare per quella squadra. Sto studiando la lingua italiana, in realtà la capisco perfettamente e la parlo già. Ma siccome sono un perfezionista, mi vergogno a farmi sentire fino a che non lo parlerò davvero bene. Lo stesso per l'inglese. Muoio dalla voglia di esserci il 15 giugno contro la Spagna in semifinale di Nations League, ma è Mancini che deve deciderlo".

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