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Alessandra Mammì per Dagospia
Non si possono invidiare i giurati del premio MaXXI quest'anno. Si scanneranno probabilmente. Dovrebbero puntare a un collettivo ex aequo, per far cosa giusta. Non solo perchè la selezione degli artisti è di altissimo livello (e sarebbe da proporre un virile confronto con il Turner Prize con ampie nostre chanche di vittoria) ma soprattutto perchè ognuno di loro lavora in una ricerca, con un linguaggio e grazie a tecniche tutte diverse. B
eati i tempi dell'Arte Povera e della Transavanguardia che mettevano il simile con il simile. Lì sì che si poteva dire "preferisco Cucchi a Chia o Merz a Kounellis " e poi discutere con insensate argomentazioni fino all'alba. Ma qui? Come si fa a discutere?E' difficile scegliere fra Yuri Ancarani che lavora con incredibile talento ,controllo e sapienza compositiva sul materiale filmico a Micol Assael che non ha mai preso in mano una macchina da presa, tanto è interessata invece a questo terreno/celeste mondo, ai misteri delle sue leggi fisiche e allo sfumato confine tra scienza e desiderio.
E quella solinga ricerca nel passato e nella memoria di Linda Fregni Nagler, ottenuta rovistando negli archivi e riportandoli in vita in forma di sogno sofisticato e fragile, che cosa può aver a che fare con le corali, tempestose e vitali performance paesane e collettive della scatenata Marinella Senatore ?
Stavolta al Maxxi, nella mostra dei finalisti (che si inaugura al pubblico mercoledì 28 maggio),si gioca ai quattro cantoni. Linda e Yuri arrampicati in Galleria 5, la più alta di tutti, ma divisi da muri a cui manca solo il filo spinato per tenersi a distanza.
Marinella che ha scelto la gente , le zone di passaggio,le scale e la piazza antistante al museo quella dove si vive, si passeggia, i bambini giocano, le mamme chiacchierano e tutti prendono il caffè. Micol si è rintanata invece in una stanza con ingresso seminascosto dove ha costruito un set per mettere in scena un inquietante e ipnotico campo di forze usando elementi semplici. La rifrazione della luce, vecchi scrostati lavandini colmi d'acqua, il rumore di una goccia intermittente, il ronzio di un generatore di corrente, un letto di ferro, un giaciglio, delle piccole sfere di vetro...un' energia diffusa che coagula un fantasma.
Yuri Ancarani con i 20 minuti di "San Siro" filmicamente indaga i suoni gli spazi e i corpi. Lo stadio e gli atleti. La preparazione, l'attesa, l'epica rovesciando i tempi del gioco e chiudendo sul corpo di spalle di un Balotelli monumentalizzato come un gladiatore ( per citare Anna Mattirolo direttrice del Maxxi).
Poi Marinella Senatore che non ha nai smesso dipensare e di usare l'arte come scultura sociale e soprattutto non quaresimale ma vitale come in questa "School of Narrative Dance, Roma" (però il titolo ce lo poteva dare in italiano!) che fa lezioni gratuite sulla piazza di via Guido Reni.
E infine i voli di Linda Fregni Nagler o meglio quei corpi, gesti e intenzioni che restano a mezz'aria nelle cronache di antiche foto dai giornali primi Novecento che lei ingigantisce e trasforma in corali apparizioni di angeli o creature disperate in bilico fra cielo e terra, equilibrio instabile sul ciglio roccioso o cornicione di un palazzo, in ritmica alternanza con improbabili macchine per volare ricostruite da lei come delicate ali d'insetti. ( P.S. giova la penombra e complimenti per l'allestimento )
Prendetevi tempo per vedere questa meglio gioventù dell'arte italiana che stavolta fa bene al cuore. Si fa bene vedere giovani "Meraviglie" che prendono un premio a Cannes e altrettante giovani meraviglie che concorrono a un premio al MaXXI. E vien da chiedersi come mai in tanto disastro economico e sociale stiano emergendo italiche menti creative così consapevoli, preparate, originali, indipendenti e libere. Qualunque sia la risposta, ne siam contenti.
Linda Fregni NaglerYuri AncaraniSan Siro di Yuri AncaraniMicol AssaelMarinella SenatoreLinda Fregni NaglerYuri Anacaranimarinella senatore
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