DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Fulvio Bianchi per La Repubblica
Il blitz ieri non è riuscito: ma molti presidenti, dopo aver incassato i soldi di Mediapro, si sono messi a discutere sulla governance della Lega di serie A. E poco importa se il commissario Giovanni Malagò si trovava (e si trova) in Corea, a 9.000 chilometri di distanza.
Anzi, meglio così perché molte società non hanno accettato affatto che il numero 1 dello sport italiano avesse deciso di occuparsi della Lega di serie A. L'hanno subita come un'invasione di campo (senza scomodare le norme). Malagò non c'è, tornerà in Italia solo al termine dei Giochi, il 26 febbraio: a meno che, vista la situazione, decida di anticipare il rientro.
La questione dei diritti tv segue il suo cammino, ma è il problema della governance che adesso va risolto. I presidenti hanno intenzione di convocare un'assemblea elettiva per la prossima settimana, il 14 febbraio, e tentare di eleggere quelle 9 persone che in nove mesi non sono mai riuscite ad eleggere. Sembra proprio uno schiaffo a Malagò che rischia di tornare in Italia a giochi (non quelli olimpici...) ormai chiusi: la Lega su questo fronte ha circa 13 club intenzionati ad andare a votare, il quorum per spuntarla è a 14 e quindi ad un passo.
C'è solo un manipolo di riformisti (Juve, Roma, Inter, Sassuolo) che preferirebbe aspettare il ritorno di Malagò. Ma gli altri non ne vogliono sapere. Si tratta del blocco di società fedeli a Claudio Lotito, fra queste ci sono Napoli, Milan, Genoa, Udinese, eccetera. Ma anche Urbano Cairo, patron del Torino, non ha accettato di buon cuore il commissariamento di Malagò e vorrebbe che venisse votato come ad della Lega Javier Tebas, ora n.1 della Liga di Spagna.
Il cerchio con lui sarebbe chiuso, il calcio italiano in mani spagnole. Altri presidenti preferiscono però come ad De Siervo, che ha portato loro un sacco di soldi. Per la presidenza della A c'è chi spinge per Umberto Gandini, ad della Roma, ma Lotito vorrebbe riproporre Vegas, ex Consob, uomo di centrodestra come lui. Il ministro Lotti invece preferirebbe Nicoletti, vicecommissario e ad dei Mondiali di sci di Cortina. Forse c'è anche un duello politico dietro le quinte. Carlo Tavecchio non si arrende ma ha ben poche speranze, figuriamoci se Malagò se lo ritrova al vertice della Lega. Forse per l'ex presidente della Figc è più facile un posto come consigliere di Lega indipendente.
Insomma, la prossima settimana tenteranno il blitz: per ora sono circa 13 quelli favorevoli a votare. Da che parte starà il Viperetta Ferrero? Intanto, ieri in Lega ci sono state critiche da parte di molti club medio piccoli nei confronti di Roberto Fabbricini che, come commissario della Figc, aveva detto che "20 club in A sono troppi". Le società si sono ribellate…
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