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MESSI MALISSIMO: LA PULCE HA INTASCATO TANGENTI? UN TESTIMONE CHIAVE DEL FIFA-GATE HA DICHIARATO DI AVER SPESSO PAGATO TANGENTI DI 200 MILA DOLLARI A LEO PER PARTECIPARE AD AMICHEVOLI ORGANIZZATE DALLA FEDERCALCIO ARGENTINA
Adriano Seu per gazzetta.it
L’ombra di tangenti e corruzioni che due anni fa ha travolto i vertici della Fifa e del calcio mondiale si estende anche sul giocatore più famoso del mondo, Lionel Messi. Il nome della Pulce è stato tirato in ballo dal connazionale Alejandro Burzaco, ex amministratore delegato di Torneos y Competencias convertitosi nel testimone chiave del processo che sta avendo luogo a New York.
Nell’ultima udienza tenutasi ieri, la terza che lo ha visto protagonista, Burzaco ha infatti dichiarato di aver spesso pagato tangenti di 200 mila dollari a Messi e ad altri giocatori dell’Albiceleste per partecipare ad amichevoli organizzate dall’Afa.
ACCUSE ALLA PULCE — Attualmente agli arresti domiciliari, Burzaco ha stretto un accordo con la Giustizia statunitense in cambio di una riduzione della pena. L’accordo prevede che Burzaco racconti per filo e per segno come fosse strutturato l’intricato sistema corruttivo in seno alla Fifa scoperchiato due anni fa da una retata delle autorità svizzere nell’hotel che ospitava le più alte cariche del calcio mondiale.
Negli ultimi giorni Burzaco ha tirato in ballo grandi nomi, a partire da quello di Julio Grondona, ex numero uno del calcio argentino e tesoriere della Fifa, a cui ha dichiarato di aver pagato sottobanco circa 15 milioni di dollari per i diritti televisivi dei Mondiali fino al 2030. Oltre a Grondona, deceduto nel luglio del 2014, l’ex Ceo di Torneos y Competencias ha parlato anche del coinvolgimento di grossi gruppi editoriali quali Globo e Televisa, che hanno immediatamente respinto ogni accusa. L’ultimo nome tirato in ballo dall’ex dirigente argentino è stato quello di Messi, accusato di aver ricevuto diverse mazzette da 200 mila dollari ciascuna.
“Sì, pagavamo a Messi 200 mila dollari per ogni amichevole disputata”, ha affermato Burzaco a precisa domanda del magistrato incaricato dell’inchiesta. “La somma veniva pagata a lui, che poi si incaricava di dividerla con alcuni compagni”. Dichiarazioni da prendere con le pinze, perché Burzaco non ha fornito ulteriori dettagli, ma è probabile che la Giustizia statunitense vorrà vederci chiaro.
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