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Alessandro Bocci per il “Corriere della Sera”
STEFANO PIOLI DURANTE MILAN FIORENTINA
Sarà un nuovo campionato o il proseguo di quello vecchio? 52 giorni dopo mica è facile orientarsi e neppure loro, i grandi inseguitori, sanno bene cosa aspettarsi. Stefano Pioli, Max Allegri e Simone Inzaghi hanno storie e personalità diverse, però condividono la medesima ansia: non sbagliare la ripartenza. Non se lo possono permettere, se vogliono dare un senso al campionato che domani cancellerà l'astinenza dei tifosi italiani dopo il Mondiale in Qatar senza gli azzurri.
Cosa succederà se lo chiede anche Luciano Spalletti, l'allenatore del Napoli atteso da un gennaio insidioso e ricco di trappole, ma comodamente in testa. La capolista ha creato un solco difficile da colmare anche se mancano 4 giornate al giro di boa e strada da fare sino a giugno ce n'è ancora tanta. Il Milan è a meno 8, la Juventus insegue a 10, l'Inter a 11 insieme alla Lazio. Chi sta dietro deve chiudere gli occhi e buttarsi giù a rotta di collo.
Trovando in fretta le soluzioni ai problemi che agitano questa lunga vigilia.
olivier giroud attaccante del milan 8
Pioli è ancora senza il portiere titolare, Maignan, il migliore del campionato, ha fretta di rimettere in pista Giroud dopo le fatiche del Mondiale e le vacanze perché l'attacco è sguarnito, soprattutto deve capire di che pasta è fatto il tenero De Ketelaere, accostato a De Bruyne e sino a questo momento la più grande delusione rossonera.
Stefano potrebbe schierare il giovane belga falso nove, come succedeva nel Bruges, cercando con una mossa la soluzione a due problemi. Il Milan nei momenti complicati ha dato il meglio di sé anche se le amichevoli hanno sollevato qualche malumore e il tira e molla sul rinnovo di Leao agita Milanello.
Chi in mezzo ai problemi ci naviga da tempo, cioè da quando è tornato a Torino, è Allegri. Forse non è più quello dei cinque scudetti di fila e delle due finali perse di Champions League, ma di sicuro diversa è la Juve. I guai bianconeri si moltiplicano, in campo e fuori. Max ha scacciato la crisi autunnale con sei vittorie consecutive senza gol al passivo e adesso cerca di ritrovare quella energia e quella compattezza che hanno permesso alla Signora di risalire sino al terzo posto. Il livornese pensava di ripartire di slancio, ma non aveva fatto i conti con l'inchiesta che ha spazzato via i vertici della società e con la solita asfissiante emergenza.
Pian piano gli infortunati stanno tornando, ma due stelle annebbiano l'orizzonte: Pogba non ha giocato ancora un minuto e il suo ritorno è ancora un punto interrogativo. L'altro grande tormento è Vlahovic, che non ha reso secondo le aspettative e non riesce a liberarsi della subdola pubalgia. Mancano talento e gol. Sinora la baracca l'hanno tenuta in piedi i giovani, ma senza le reti di Dusan è difficile dare la caccia al Napoli e cercare di portare almeno un trofeo ai bianconeri.
Inzaghi sta peggio dei suoi colleghi, se guardiamo la classifica. Ma all'atto pratico è il meno agitato tra chi ha ancora in testa la rincorsa scudetto. Lukaku si allena a testa bassa e promette di tornare a marcare la differenza come con Conte, Lautaro Martinez al Mondiale ha perso il posto da titolare però ha sollevato la Coppa e adesso è pronto a trasferire all'Inter l'entusiasmo respirato con l'Argentina.
I nerazzurri hanno subito una grande occasione: il Napoli a San Siro. La prima partita scudetto della stagione. Simone non può sbagliarla e deve scegliere bene le armi con cui affrontarla, soprattutto in attacco. Tre grandi punte, due in campo e una di rincorsa, partendo dalla panchina. Equilibri sottili. Lukaku e Lautaro si sono candidati per giocare dall'inizio, Dzeko resta il più ispirato e il più allenato, un nove con i colpi del dieci.
E a proposito di dieci, il nuovo infortunio muscolare di Brozovic cancella un dubbio dalla testa dell'allenatore: il regista sarà ancora Calhanoglu. Spalletti, imbattuto, sorride sornione, si gode la sua creatura sino adesso perfetta ed è pronto a tutto: il Napoli non ha mai perso e in trasferta ha vinto sei gare su sette. Già, ma sarà lo stesso campionato o ne nascerà uno nuovo?
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