DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Monica Colombo per corriere.it
Il normalizzatore Pioli sta per sorpassare all’ultima curva la garanzia Champions Spalletti? Ore caldissime al quarto piano di Casa Milan dove l’esonero di Giampaolo è stato deciso nei fatti ma non comunicato per mancanza di immediati sostituti. Maldini e Boban spingono per un quadro già definito nella giornata di oggi, visto che domani la squadra riprenderà ad allenarsi. Fonti inglesi vicine a Elliott, riferiscono invece che la proprietà non ha fretta di chiudere subito. Meglio prendersi qualche ora in più e scegliere il profilo migliore che sbagliare ancora. Spalletti rischia di restare un sogno, perché Pioli, iniziale piano B, è in rimonta e la pista che porta a Marcelino, ex allenatore Valencia, molto più sfumata. I manager rossoneri spingono per un tecnico italiano e che già conosca la Serie A.
Ma andiamo con ordine. Tra Spalletti e l’Inter non c’è l’accordo sulla risoluzione del contratto. Il tecnico, furibondo per il licenziamento subìto dai nerazzurri che pur aveva condotto in Champions, ha chiesto al suo ex club, a cui è ancora legato da un contratto fino al 2021, il versamento di un anno di stipendio. L’ad interista Beppe Marotta non è disposto ad andare oltre i sei mesi, di cui tre già pagati.
Per la cronaca, l’ingaggio che la società di Zhang è tenuta a corrispondergli è di 5,4 milioni netti a stagione, più i bonus. Grava per 25 milioni lordi sul bilancio del Biscione per i prossimi due anni, questo compresi i costi per lo staff e il pagamento dei premi che i nerazzurri sono obbligati a versagli nonostante non sia più in panchina. L’Inter nel contatto telefonico di ieri pomeriggio ha gelato il tecnico toscano proponendo la copertura di soli tre mesi, da aggiungersi al trimestre già pagato. Morale: 7 milioni lordi totali. Davanti alla riluttanza di Spalletti, gli sarebbe stato risposto: «O dai le dimissioni o non ci vai».
La tensione è ovviamente altissima, perché Luciano si sente tradito dal suo ex amministratore delegato che ha garantito a Conte il doppio dello stipendio che veniva corrisposto a lui e rinforzi sul mercato che invano aveva chiesto.
Per attraversare il Naviglio e vestire la casacca del Diavolo, Luciano Spalletti, disoccupato di lusso diviso tra l’appartamento al Bosco Verticale a Milano e la tenuta in Toscana, è disposto ad accettare la proposta di contratto biennale da 5 milioni a stagione del Milan. Ci sono però due ostacoli, propriamente non secondari, alla firma con i rossoneri: il mancato accordo sull’entità della buonuscita che si attende da Beppe Marotta e il tempo risicato a disposizione per raggiungere un’intesa con il nuovo club.
Sarebbe pronto ad affrontare la sfida del rilancio del Milan, che «solo uno dotato di lucida follia potrebbe raccogliere». Lo entusiasma il progetto dei giovani e la convivenza con Maldini e Boban. Non lo spaventa nemmeno il fatto di lavorare con una proprietà straniera perché fra la Roma di Pallotta e l’Inter dei cinesi si è abituato. Però siccome è diventata una questione di principio non intende concedere sconti ai nerazzurri. Suning da par suo fa muro e non è disposto a slanci di generosità.
In questa situazione confusa il Milan — nonostante non tutti in società siano convinti della scelta — ieri in serata ha di nuovo avviato i contatti con l’ex tecnico della Fiorentina Stefano Pioli che, non a caso, aveva tenuto in stand by Genoa e Samp, entrambe alla ricerca di un nuovo allenatore. Se Spalletti non troverà nelle prossime ore un accordo con l’Inter per la rescissione del contratto, Pioli diventerà la nuova guida del Milan, dopo esserlo già stato (anche lui) dell’Inter. Non è escluso che già oggi incontri a Milano Maldini e Boban per discutere del progetto.
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