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HIGUAIN ISOLATO IN UNA SQUADRA SENZA VELOCITÀ
Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
È molto difficile adesso dire che Locatelli sembra ancora leggero leggero per una grande serie A. Forse è vero nella visione della partita, nel non saper ancora comandare una squadra che lo guarda quasi con sospetto. Ma poche volte ho visto una personalità del genere in partite del genere.
Può essere la fortuna del dilettante, ma Locatelli sceglie il tempo delle sue conclusioni e le rende imprendibili. Non va a caso. Questa è classe. Certo un tiro non è una manovra, è un atto compiuto in un secondo, non c' è il dovere di comandare un gioco, ma questo ragazzo ha un disincanto che lo mette sopra alla difficoltà. Non vuole gestirla, semplicemente non la conosce.
La sua strada è ancora lunga, manca molto al suo bagaglio, si accende e si spegne come una lampadina di Natale, però gioca un calcio lineare, allarmante, senza sofismi, come se avesse dentro un' unica verità. Le bellezza del suo gol legittima la vittoria del Milan, un risultato abbondante, inaspettato, ma non fuori dalla partita. Il Milan ha grandi attaccanti, la Juve ha perso subito Dybala e isolato Higuain, non ha dato velocità a nessuno. Il Milan ha uomini che sanno fare da soli come Niang, ormai un fantasista indipendente tra i meno prevedibili del campionato. Come Locatelli, come Romagnoli e Paletta, Donnarumma. Non è un grande Milan ma è reale e semplice, più rapido e italiano dello stesso gioco di Allegri. La Juve c' è ma non riesce a trovarsi. Questo gigantismo lento che sta rappresentando non basta a metterla al sicuro.
Ha difficoltà a creare, nelle ultime tre partite ha segnato solo un gol su azione. Poco pensabile per la sua abbondanza. Per me era valido il suo gol, quello di Pjanic, ma gli arbitri sono più bravi di me in materia e molto di più sul campo. La visione è comunque la stessa di tante altre partite, non c' è un gioco di qualità costante nella Juve. Non c' è una vera diversità. Questo permette al campionato di riprendersi le misure. È strano come tutto si sia stancato in fretta, non c' è più squadra che abbia perso meno di due partite, un piccolo infinito dopo nove gare. Così si ricomincia da Locatelli e Niang.
Buon viaggio.
MILAN JUVENTUS ESULTANZA GALLIANI
2. QUESTA JUVE PREVEDIBILE E SENZA FIATO
Gianni Mura per la Repubblica
che è la parte più sorprendente della serata. Poi, quando si parla tanto di una decisione arbitrale, significa che non c’è molto altro di cui parlare. Il gol di Pjanic al 34’pt, punizione a rimbalzello, Donnarumma assai sorpreso, viene prima concesso da Rizzoli, poi annullato dopo conversazioni coi suoi collaboratori per fuorigioco di Bonucci. Che non c’era. Qui cominciano e finiscono le recriminazioni di una Juve con poche idee e poco fiato. Senza un’invenzione e senza superiorità atletica, si può anche perdere. Il gioco della Juve, e qui Allegri dovrà trovare un rimedio, sembra prevedibile.
A Montella è bastato ordinare un pressing costante sui tre difensori juventini per rallentarne l’impostazione, o renderla precaria. L’alternanza di Hernanes e Pjanic in regìa non ha prodotto niente di accettabile. Higuain non ha ricevuto un pallone decente, Dybala s’è fatto male da solo tentando un difficile pallonetto da 50 metri. E Cuadrado, subentratogli, è parso ancora sotto sbornia per il gol di Lione. Ha tirato da tutte le posizioni anche quando non era il caso.
Juve arruffona, appannata, non padrona del campo: si sapeva. Il Milan sorprende perché gioca da squadra, ha una fisionomia e forse un’anima. Presto per dirlo, ma nella squadra più giovane della serie A risultano determinanti i due più giovani: Locatelli e Donnarumma, 35 anni in due. Il primo segna un gol da cineteca, il secondo salva il risultato all’ultimo secondo volando a deviare su Khedira. Donnarumma, in più, aveva da poco preso una brutta botta in uscita da Pjanic.
Quanto al ragazzo Locatelli, ha sbagliato molto all’inizio ma gli va riconosciuto il merito di non abbattersi. Anche gli sbagli servono a crescere. E quando si può disporre di quel destro, e di un certo senso dell’inserimento, avanti senza paura. Niang che devia in corner su avanzata di Barzagli è calcio alla rovescia, ma è qui che ha vinto il Milan, in difesa. Grazie anche al gran lavoro di Kucka, Paletta e Romagnoli.
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