DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Ilario Lombardo e Andrea Rossi per la Stampa
Milano è sempre più decisa a sfilarsi dalla corsa olimpica facendo crollare la candidatura delle Alpi con Cortina e Torino. Il vertice di martedì a Roma ha convinto il sindaco Sala che la richiesta di affidare a Milano il ruolo di architrave della proposta italiana, sia destinata al fallimento.
Sala, in missione a San Francisco, potrebbe ufficializzare il ritiro della sua disponibilità al ritorno, comunque nel giro di pochissimi giorni. La candidatura italiana ne uscirebbe zoppa ma non necessariamente morta.
La pazienza di Giovanni Malagò sembra finita. Se la situazione non si sbloccherà, ha minacciato il presidente del Coni a margine dell' incontro a Palazzo Chigi, è pronto a portare i dossier delle tre candidature in Consiglio nazionale e farli votare. Andare alla conta per sbrogliare una situazione ancora ostaggio di veti e sospetti incrociati. I grillini di governo temono che sia un modo per favorire la città che Malagò ha sempre avuto a cuore. In realtà, a quella votazione Milano difficilmente parteciperebbe, dopo essersi fatta da parte.
Il piano B del Coni Resterebbero Cortina e Torino, ma il piano «B» qualche possibilità di decollare ce l' ha. Il Coni vuole - e deve - presentarsi alla sessione del Comitato olimpico internazionale, a Buenos Aires, con una candidatura. Un secondo naufragio, dopo Roma 2024, sarebbe esiziale per la nostra credibilità, e non gioverebbe nemmeno a Malagò, che attende la nomina a membro del Cio.
Senza contare che per l' Italia dello sport i Giochi del 2026 sono l' ultima chiamata: non ci sono grandi manifestazioni «libere» nel medio periodo. Il governo, dal canto suo, lascerebbe al Coni l' onere di scegliere tra due opzioni entrambe gradite: Cortina alla Lega, Torino al Movimento 5 Stelle. In fondo è stato il governo Conte a imporre al Coni - che aveva già scelto Milano - un drastico cambio di scenario per accontentare la spinta delle sue due anime a favore di Cortina e Torino.
La prospettiva di ripiegare su Piemonte o Veneto non riempie di entusiasmo il Coni e nemmeno il Cio: Torino sconta il peccato di aver ospitato una Olimpiade pochi anni fa, Cortina sarà sede dei mondiali di sci nel 2021.
Eppure sarebbe un modo per portare comunque avanti una candidatura italiana e togliere qualche grattacapo anche al Cio, che rischia di trovarsi con ben poche città interessate a ospitare i Giochi: Stoccolma per decollare ha bisogno di un governo che non c' è, mentre su Calgary incombe un referendum popolare che profuma di bocciatura.
Lo scoglio resta il governo Il Cio ha bisogno dell' Italia, e l' Italia dello sport non vuole presentarsi a mani vuote.
Lo scoglio - oltre al no ormai probabile di Milano - resta il governo: la temperatura dell' entusiasmo del M5s per le Olimpiadi si abbassa ogni giorno di più. «I Giochi diffusi su più città rischiano di moltiplicare i costi» spiegano fonti di governo. Per di più la prospettiva attuale - una vetrina giocoforza politicamente condivisa con la Lega e con un sindaco di sinistra in ascesa e con ambizioni nazionali chiare come Sala - non è troppo gradita. I 5 Stelle sembrano spettatori diffidenti di un evento che non hanno mai amato troppo e che li convince ancor meno nella formula ideata dal Coni.
«Nessuno si chiede - ragionano - come mai gli altri Paesi si stiano sfilando».
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