DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Laura Lucchini per “la Repubblica” - Estratti
JAVIER MILEI - INSEDIAMENTO COME PRESIDENTE DELL ARGENTINA - 1
Che tirava una brutta aria lo si è capito fin dall’apertura delle urne. Quando il neoeletto presidente dell’Argentina Javier Milei si è recato alla Bombonera per votare per la nuova presidenza del Boca Juniors, non c’era il bagno di folla urlante che lo aveva accompagnato durante la campagna elettorale degli ultimi mesi. Un manipolo della barra brava , la tifoseria più aggressiva della squadra, lo ha accolto con fischi, insulti e lanci di oggetti. È stata la sua prima contestazione pubblica, in una giornata nefasta.
Il calcio argentino, a partire dal suo club più celebre, ha bocciato domenica la linea di Javier Milei e ha scelto il peronista che viene dal basso, l’ex campione Juan Román Riquelme, come presidente. È una scelta sportiva ma anche politica: esce sconfitto dalla giornata Mauricio Macri, ex presidente del Paese, alleato politico dell’ultradestra di Milei. Macri era la pedina di cui Milei aveva bisogno ai vertici della squadra per portare a termine il suo programma di privatizzazione dei club. Ma i quasi 100mila soci convocati, e i tifosi tutt’intorno, hanno detto “no”.
A un mese esatto dalle elezioni, la grieta , la spaccatura - termine locale usato per descrivere la polarizzazione della società - si è riflessa sul calcio con risultato opposto.
Sono 94.188 i soci del club con diritto di voto per l’elezione del presidente. Tra di loro, il più illustre è lo stesso Milei. Domenica erano chiamati a decidere tra due ticket presidenziali: da una parte Juan Román Riquelme e Jorge Amor Ameal, dall’altra Andrés Ibarra e Mauricio Macri, dove Ameal è il presidente uscente della squadra e Ibarra è un ex ministro dell’Innovazione del partito repubblicano, il Pro. Nella percezione pubblica la sfida era però tra Riquelme e Macri.
Da una parte c’era dunque Riquelme, l’idolo dell’istituzione, il giocatore cresciuto in una famiglia umile con altri 10 fratelli nel villaggio di San Jorge, quartiere di don Torcuato, riconosciuto da uno scout alla giovane età di sei anni e diventato uno degli dei del calcio argentino di sempre. Riquelme era a capo di una lista politicamente vicina al peronismo che è appena stato sconfitto alle elezioni, con rappresentanti dell’area della ex presidente Cristina Kirchner.
Dall’altra c’era una visione del mondo agli antipodi. Mauricio Macri è l’ex presidente di destra che nel 2015 si è imposto sul candidato del peronismo Daniel Scioli. Magnate delle costruzioni e già presidente del Boca Juniors in un epoca dorata.
(...)
Javier Milei, eletto lo scorso 20 novembre, aveva tirato in ballo anche il calcio con una proposta controversa: la conversione delle squadre di club da società pubbliche con azionariato diffuso a società per azioni aperte agli investimenti privati, anche stranieri. Oltre cento squadre argentine si erano allora dichiarate contrarie e convinte sostenitrici dell’attuale modello di azionariato popolare. In particolare, il Boca aveva ribadito la sua posizione tramite l’allora vicepresidente Riquelme: «Fedeli alle nostre origini e a difesa di quasi 120 anni di storia, il Boca Juniors conferma il suo carattere di associazione civile senza scopi di lucro e la promessa che il club appartiene alla sua gente». La gente del Boca domenica lo ha premiato.
scritta contro mauricio macriRIQUELME AL BOCA JUNIORS JAVIER MILEI - INSEDIAMENTO COME PRESIDENTE DELL ARGENTINA - 2JAVIER MILEI - MEME BY EDOARDO BARALDI
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