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DANIELE DELL' ORCO per Libero Quotidiano
Alla luce dell' inedita eliminazione della Germania dalla fase a gironi dei mondiali, una lista dei calciatori più importanti che hanno fatto flop in terra di Russia rischierebbe di essere qualcosa di molto simile alla rosa di Löw.
Da Hummels a Reus, passando per Boateng e Neuer, il più rumoroso dei bocciati teutonici è però di gran lunga Timo Werner (22 anni), centravanti del Lipsia che dopo 21 gol e 10 assist in stagione sarebbe stato pronto a scatenare un' asta internazionale in caso di dominio tedesco al mondiale, e che invece ha totalizzato 260' in campo contro avversari non irresistibili (Corea, Messico e Svezia) senza nemmeno uno straccio di gol. Valore di mercato?
Una quarantina di milioni. Gli stessi di Leon Goretzka (23) dello Schalke, con solo 63' all' attivo ma almeno già forte di un quadriennale firmato col Bayern da svincolato.
Germania a parte, il più rumoroso in ottica mercato resta il flop di Milinkovic-Savic (23) con la sua Serbia. Il corazziere della Lazio, sempre in campo nelle tre gare del girone nonostante le sole 4 presenze in nazionale totalizzate prima del mondiale, non ha affatto demeritato. Certo però che un passaggio del turno magari con qualche giocata da protagonista (non ha ancora mai segnato in carriera con la Serbia) avrebbe giustificato le pretese di Lotito, che chiede 150 milioni ma che ad oggi ne otterrebbe poco più della metà.
Giocate che sono totalmente mancate al torinese Ljajic (26), la cui quotazione dopo 171' di niente è persino scesa (fatica a superare i 10 milioni). Più o meno come quella del compagno di squadra, Joel Obi (27), che con la sua Nigeria il campo l' ha visto solo dalla panchina. Tra i giocatori al di fuori della Serie A, il mondiale di Mitrovic (23) è tra i peggiori in assoluto.
Non tanto per le cifre (1 gol in 270') quanto per la caterva di occasioni da gol divorate, che hanno contribuito all' eliminazione della Serbia e che hanno fatto crollare il numero di mail arrivate nella posta elettronica del Newcastle.
In tema di attaccanti, la disfatta della Polonia è invece strettamente connessa a quella di Lewandowski (29). La punta del Bayern da tempo è in cerca di una nuova sistemazione, ma l' età e le tre gare del girone giocate senza gol all' attivo fanno tentennare il Real Madrid, che ora come ora potrebbe magari chiedere lo sconto.
La lista dei polacchi deludenti è comunque tanto lunga quanto quella dei tedeschi, se è vero che Milik (24) di minuti ne ha giocati solo 73 (con 0 gol) e che al primo grande palcoscenico dopo il rientro dall' infortunio non ha certo dimostrato ad Ancelotti di poter fare a meno di Mertens. C' è poi il doriano Linetty (23) che non ha nemmeno debuttato, e che con la Samp orfana di Torreira dovrà fare di più per dimostrare di poter reggere il peso del centrocampo. Le due partite messe insieme da Szczesny (28), invece, hanno fruttato 5 gol al passivo e qualcuno pure col suo concorso di colpa. L' unica partita senza subire reti (Polonia-Giappone 1-0) l' ha giocata Fabianski. E, in ottica Juve, potrebbe non reggere la pressione di Perin.
Capitolo a parte per quelle nazionali qualificate agli ottavi ma con giocatori della Serie A che non stanno certo facendo la differenza. André Silva (22) non ha ancora approfittato dell' espulsione dal ritiro della Croazia di un indisciplinato Kalinic (30).
Entrambi non mettono certo il Milan nella condizione di monetizzare visti i problemi col FPF. Joao Mario (25), allo stesso modo, sarebbe potuto essere inserito dall' Inter nell' affare Dembelé. Se solo col Portogallo toccasse qualche pallone.
2. MILINKOVIC
Valerio Clari per La Gazzetta dello Sport
Dopo il Mondiale. Dopo un po' di riposo. Dopo aver parlato con Lotito e Tare.
I rinvii stanno finendo, presto sarà il momento della decisione. Sergej Milinkovic-Savic lo sa, dovrà rompere gli indugi ed esprimersi sul suo futuro. Il Brasile ha messo fine al suo Mondiale («Quel secondo gol ci ha "ucciso" nella testa»), ma la sua estate non sarà tutta spiagge e riposo. Anche se non vuole «più guardare calcio per un po'», dovrà parlarne.
Milinkovic, era uno dei più attesi in Russia...
«Tutti i giornali parlavano di me, ma io sono venuto qua come un giovane con poca esperienza: in nazionale ho giocato pochissimo...».
«Penserò al mio futuro dopo il torneo», diceva. Ora ci siamo.
«Prima riposo. Torno a casa, alla Lazio, dove ho un contratto. Poi vedremo se resto o vado via, dipende dal presidente e da Igli Tare. Parlerò con loro».
La quotazione di 150 milioni è un peso?
«No, è una motivazione a fare meglio. Ogni giorno vedo spuntare una squadra diversa che mi vorrebbe, è uno stimolo».
In Italia ce n' è soprattutto una, la Juve. Che cosa ci dice?
«La Juve è una grande squadra, al top in Italia: lo si vede dagli scudetti e dalle coppe Italia in bacheca. In più c' è anche mio fratello a Torino, anche se devo vedere cosa fa lui. Vorrebbe giocare un po' di più, ma Sirigu è un grande portiere».
Quindi il futuro di Sergej dipende da quello di Vanja?
«Non è che io seguirò mio fratello (ride, n.d.r. ), ma la famiglia per me è importante».
Insomma, cosa diciamo ai tifosi della Lazio?
«Che ho passato tre anni bellissimi e che comunque mi resteranno nel cuore. Ora rientro e vedrò se restare o se andare. Dipende dalla società».
Nel caso, meglio Italia o estero?
«Ci penso fra qualche giorno».
Ora che si è confrontato con i più «grandi», deve migliorare?
«Trovo sempre cose da correggere. Ma porto a casa anche tanti ricordi. Neymar lo avevo visto solo in tivù».
Da Roma ha ricevuto chiamate?
«Con Tare ci sentiamo dopo ogni partita e ho parlato anche con Inzaghi due o tre volte».
Lotito sembra sulle tracce di un suo compagno, Grujic.
«Ho letto, gli ho detto che se va alla Lazio si troverà bene».
Gli lascia direttamente maglia e armadietto?
«Ehi, io non ho detto che vado via dalla Lazio».
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